Varese | 13 Novembre 2018

Crescita e fiducia delle imprese: secondo Confartigianato “la forza della provincia sarà l’identità”

L’analisi di Mauro Colombo delle recenti analisi congiunturali e l’indicazione dei sintomi dello stato di salute del territorio

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Le ultime analisi congiunturali locali rilevano una flessione della fiducia delle imprese intervistate e indicatori di produzione non in linea con le aspettative dei mesi scorsi.

Le domande che sorgono riguardano l’origine di queste dinamiche, se sono conseguenza di decisioni e incertezze della politica economica del Governo, o sintomi di qualcosa che non funziona come dovrebbe nell’economia della provincia di Varese.

“Per dare una risposta, o fornire anche solo alcuni spunti di riflessione in merito, abbiamo voluto analizzare alcuni “sintomi” dello stato di salute dell’economia della provincia utilizzando dati Istat e altre fonti nazionali e regionali rielaborate su incarico di Confartigianato Varese da The European House Ambrosetti” spiega il direttore generale di Confartigianato Varese, Mauro Colombo.

Colombo entra subito nel merito dei dati relativi alla crescita, con la provincia di Varese che si colloca tra quelle che, nel periodo 2004-2017, sono cresciute esattamente la metà del tasso medio della Lombardia. Peggio di Varese hanno fatto solo Pavia, Cremona e Lecco. La provincia di Varese “resta una forza economica importante ma non possiamo trascurare che ha sofferto più di altri territori lombardi della crisi e ha impiegato più anni a colmare il gap in termini di valore aggiunto perduto”, sottolinea Colombo.

Altri elementi di rilievo sono il trend di decrescita delle imprese e l’export che, pur restando elemento di eccellenza, negli ultimi anni si è attestato all’11,2%, contro il 27,9% di crescita lombarda.

Riguardo all’occupazione Colombo riferisce che: “Varese è la seconda peggior provincia lombarda per risultati occupazionali. Il tasso di disoccupazione, pur lontano dalla media italiana, è infatti cresciuto dell’1,4% e, seppure il territorio conservi una forte vocazione manifatturiera, il trend di decrescita del numero di imprese operanti nel settore in provincia è superiore a quello lombardo, così come l’orientamento tecnologico presenta una densità lontana da quella di provincie come Milano, Bergamo, Lecco e Brescia, Pavia e Lodi”.

Criticità che secondo il direttore generale di Confartigianato Varese “evidenziano con chiarezza una non trascurabile perdita di competitività e di capacità di stare al passo dei migliori” che secondo Colombo può essere legata alle “dinamiche di invecchiamento della popolazione residente, particolarmente marcate se paragonate alle cifre lombarde e nazionali”.

Significativa anche la misura della risonanza mediatica sul web del territorio: rispetto agli altri territori lombardi “quello di Varese ha infatti una rilevanza tra le più basse, pari alla metà di province come Monza e Brianza, Como, Brescia e Lodi. Dal web monitoring effettuato da TEH-Ambrosetti, emerge così una provincia in parte anonima, senza evidenze di particolari competenze o fonti di attrazione”.

Un “vuoto” di visibilità “del quale prendere atto e da affrontare selezionando e facendo invece emergere, tra le peculiarità, quelle più “resilienti” rispetto alle dinamiche dell’economia e della società del futuro e fare su questa leva per attrarre interessi, risorse e professionalità”.
Tanto più che alla voce valore aggiunto, figura l’infrastrutturazione odierna, che posiziona la Provincia di Varese ai primi posti in Lombardia per dotazione, e quella potenziale.

“Quella di Varese è dunque una provincia che può non solo conservare la sua importanza ma può far esplodere tutte le sue potenzialità innestandosi in una nuova dimensione sovraterritoriale, fortemente integrata con le aree limitrofe e accentuando ogni forma di collaborazione e di interesse per le dinamiche e le progettualità dei territori confinanti, in particolare per quello di Milano”.

È in quest’ottica che serve interrogarsi su come si ponga il sistema economico-produttivo varesino all’interno di uno scenario complesso come quello della Lombardia e, più in generale, dell’Europa.
“Per rispondere è necessario in primo luogo vincere le diverse posizioni conservatrici, preoccupate di difendere e valorizzare un “localismo” non solo politico ma anche economico, sociale e culturale”, sostiene Colombo.

L’importante è, di contro, creare una nuova sinergia per “interagire di più e più a fondo per sovvertire regole e consuetudini e, su ciò che di nuovo viene creato, indirizzare politiche di sviluppo appropriate”. Per questo Confartigianato Varese ha iniziato a interrogarsi, anche con una relativa autocritica, e continuerà a farlo proponendo soluzioni e nuovi elementi di riflessione.

Sul sito di Confartigianato Varese l’analisi completa del direttore generale Mauro Colombo.

 

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