Varese | 4 Ottobre 2018

Unione degli Industriali della Provincia di Varese: nel primo semestre 2018 cresce l’export

L’UNIVA rilascia gli ultimi dati provvisori disponibili sul commercio estero della provincia

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Arrivano dall’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese gli ultimi dati provvisori disponibili sul commercio estero varesino, relativi al primo semestre 2018, che confermano una crescita dei flussi commerciali rispetto allo stesso periodo del 2017.

L’export della provincia ha infatti registrato una crescita del 10,3%, raggiungendo i 5,4 miliardi di euro; è aumentato anche l’import, segnando un +8,2% e raggiungendo i circa 3,3 miliardi di euro.
Queste dinamiche hanno portato ad un saldo commerciale positivo (+2,1 miliardi di euro) ed in crescita rispetto al primo semestre del 2017 (+13,8%).

Riguardo i mercati di riferimento, l’Unione Europea si è confermata la prima area di destinazione delle merci varesine con un export in aumento del 14,6%. Variazioni degne di nota sono state registrate anche verso l’Asia Orientale, gli altri paesi europei non UE e l’Oceania.

Tra i paesi, la Germania e la Francia, in confronto allo scorso trimestre, hanno riguadagnato rispettivamente un primo ed un secondo posto nella classifica dei mercati di destinazione dei prodotti varesini. Fuori dall’UE, la Cina ha registrato un tasso di crescita a doppia cifra e considerevole è stata anche la crescita dell’export registrato verso Russia e Australia.

In termini di composizione settoriale il 61% delle esportazioni ha avuto origine dal settore metalmeccanico, il 9% dal tessile-abbigliamento, l’11% dal chimico-farmaceutico e l’8% dal settore gomma e materie plastiche.

“Il dato che emerge dalla rilevazione del nostro Ufficio Studi – commenta il Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Riccardo Comerio – è sicuramente positivo. Ma in questi mesi, da quando abbiamo acquisito a fine giugno queste prestazioni sul mercato ad oggi, sta cambiando il mondo.

L’inasprirsi delle misure che potrebbero portare ad una guerra commerciale a suon di dazi non può che essere un elemento destabilizzante della tenuta di economie, anche locali, come quella varesina, con una propensione all’export più spiccata rispetto a quella di altri territori.

Un’industria, come quella del Varesotto, che esporta oltre il 40% del valore aggiunto prodotto, non può che guardare con apprensione questo alzarsi di muri tariffari. Il libero scambio è una di quelle certezze che stanno venendo meno nel sistema economico e imprenditoriale ed è il primo elemento di timore e di freno alla fiducia nel prossimo futuro.

Proprio in un momento come questo di incertezza internazionale sul fronte del commercio le imprese hanno bisogno di sentire vicino il proprio Governo e le proprie istituzioni. Come proposto da Confindustria, occorre oggi più che mai pensare ad un piano di promozione del Made in Italy a cui affiancare strumenti finanziari e incentivi all’internazionalizzazione che potrebbero impattare ben poco sui bilanci pubblici.

Ci sono numerose aziende, anche in provincia di Varese, che danno lavoro a tanti giovani, e che esportano oltre l’80% del proprio fatturato. Penso alla meccanica, ma anche al tessile, alla chimica, alla gomma, all’occhialeria. Affiancare queste realtà nella presenza e presidio dei mercati vuol dire tutelare il lavoro esistente e creare le opportunità per crearne di nuovo” conclude Comerio.

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