San Francisco | 7 Settembre 2018

Da Maccagno a San Francisco: parte l’avventura di Roberto per ripulire l’Oceano dalla plastica

Salpa la nave per la sperimentazione del progetto creato dal giovane olandese Boyan Slat, il grande obiettivo è quello di liberare gli oceani dalla plastica

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Due anni fa, all’interno di “Luinesi all’estero”, abbiamo già raccontato l’esperienza di Roberto Brambini: il giovane ingegnere originario di Garabiolo, frazione di Maccagno con Pino e Veddasca,  da anni vive in Olanda, dove lavora al progetto “The Ocean Cleanup”. Un orgoglio per tutto l’Alto Varesotto perchè Roberto salpa, insieme al suo team e al fondatore e CEO del progetto, Boyan Slat, da San Francisco, in California, per navigare nell’Oceano Pacifico per quasi due mesi con l’ambizioso obiettivo di liberare l’Oceano dalla plastica.

Una vigilia tutta speciale, perchè finalmente vedrà il progetto avviarsi nella sperimentazione pratica grazie a questa nuova e importantissima fase, che attraverso l’utilizzo di sistemi di barriere galleggianti cerca di risolvere il problema dell’inquinamento da plastica degli oceani. La struttura è composta da un tubo lungo 600 metri e da un pannello flessibile posto sotto a essi per raccogliere i frammenti di plastica sotto la superficie dell’acqua. Inoltre, non cercherà di opporsi a vento e onde, ma di sfruttarle a suo favore.

Oggi, sabato 8 settembre, alle 21 ore italiane System 001 parte dalla California il suo viaggio verso il Great Pacific Garbage Patch, la più grande concentrazione di rifiuti di plastica dell’oceano, e inizierà la pulizia, sotto il monitoraggio di Roberto e del team di cui fa parte.

Così siamo andati ad intervistarlo ed ecco quello che ci ha raccontato.

Roberto ci racconti qualcosa del progetto?

In questi ultimi giorni sono super emozionato: salperemo da San Francisco per trainare il nostro primo sistema System 001 (che abbiamo soprannominato Wilson, dal film di Tom Hanks) fino alla ‘Great Pacific Garbage Patch’, un’area situata tra le Hawaii e la California, dove le correnti marine concentrano la maggior parte della plastica.

Quali sono i vostri obiettivi?

L’obiettivo è studiare e verificare il comportamento idrodinamico del sistema, la tenuta strutturale e la capacità di accumulare la plastica. Per questo motivo, dopo averlo trainato e messo in funzione, lo sorveglieremo dalla nave.

Ci spieghi cosa farete esattamente?

Sulla via per la “Great Pacific Garbage patch” per un paio di settimane eseguiremo dei test relativamente vicini alla costa. Poi, secondo i piani, navigheremo per quasi 2000 km fino alla meta, per completare il dislocamento del sistema nell’area di interesse e completare i nostri obiettivi. In totale sulla nave siamo una trentina di persone, una decina tra ingegneri e scienziati e una ventina di membri effettivi dell’equipaggio.

Quanto durerà la sperimentazione?

Se tutto va bene questa prima spedizione durerà circa sette settimane. Sono curioso: è imprevedibile sapere come il corpo e la mente si comporteranno durante un periodo così lungo in mezzo all’oceano. Chissà quali sfide dovremo affrontare…

Da quando abbiamo pubblicato l’intervista “Luinesi all’estero”, cosa è cambiato nel tuo progetto e in te, anche al di fuori del lavoro?

In due anni sono cambiate tante cose, potrei scrivere pagine intere… In sintesi, dalla fondazione “The Ocean Cleanup” siamo cresciuti esponenzialmente in numero (ora siamo più di ottanta) e abbiamo spostato la nostra sede a Rotterdam. Nel frattempo mi è stato affidato un’importante progetto interno che mi ha portato a viaggiare molto tra Canada, Messico e California. Il team è unito e ha tutta l’energia per contribuire a combattere il problema l’inquinamento da plastica nel mondo. Al di fuori del lavoro la mia più grande passione è la musica e mi sta regalando momenti bellissimi: sto suonando continuamente come cantautore nei vari locali di Rotterdam, l’Aia e Delft.

Hai qualche paura?

Ho paura che per due mesi non mangerò una bella pizza italiana. Scherzi a parte, la mensa sulla nave è ottima e non siamo spaventati per questa spedizione, anzi non vediamo l’ora di confermare cosa funziona propriamente nel sistema e di scoprire cosa invece deve essere rivisto per migliorarlo. Questo è il modo più diretto ed appropriato per farlo: mettere il sistema alla prova nell’oceano per avere risposte reali. Come ogni invenzione, non abbiamo punti di riferimento e si procede ad iterazioni. I prossimi mesi saranno una curva di apprendimento molto importante per lo sviluppo di versioni successive ottimizzate.

Un luinese, quindi, farà parte di questo progetto che, se andrà a buon fine come speriamo, potrebbe cambiare le sorti dell’inquinamento nei mari e negli oceani. Come vivi questa vigilia?

Sono contentissimo di far parte di questo progetto. Stiamo cercando di fare del nostro meglio per risolvere questo problema della plastica, che ovviamente va in realtà affrontato a 360°: da una più severa ed efficace regolamentazione, ad una riduzione del packaging, ad una maggiore consapevolezza nelle persone per evitare in primo luogo che la plastica finisca nei fiumi, sulle spiagge e nei mari. In sostanza non c’è una vera e propria soluzione, ma diverse azioni che insieme possono contribuire a migliorare la situazione. Sono arrivato a San Francisco una settimana fa per fare la mobilitazione della nave e completare l’installazione degli strumenti necessari per le operazioni che ci aspettano. In questo momento sono già sulla nave, il capitano ed i membri dell’equipaggio sono super amichevoli, professionali e contenti di aiutarci in quest’avventura.
Oggi è una giornata davvero particolare: sono mesi che progettiamo questo sistema e finalmente possiamo metterlo alla prova. Ancora non realizzo che finalmente si parte e faremo questo lancio tanto atteso, passando sotto il Golden Gate Bridge. Per fortuna il letto della mia cabina è davvero comodo, questo mi aiuterà ad addormentarmi!

A questo link si potrà seguire il lancio in diretta streaming e monitorare la traiettoria seguita da System 001.

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