Cuasso al Monte | 1 Agosto 2018

Dal Comitato per l’ospedale di Cuasso al Monte un progetto di rilancio della struttura

Sono sei i punti attorno ai quali concentrare attenzioni e risorse. In apertura anche una nota sugli aspetti relativi al bilancio del recente passato

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Nelle occasioni di confronto dedicate dagli amministratori al tema della sanità, sia a livello locale che regionale, il dibattito sul futuro dell’ospedale di Cuasso al Monte rinnova costantemente la sua posizione prioritaria.

Lo testimonia l’incontro con i sindaci varesini dell’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, tenutosi presso l’aula magna dell’Università dell’Insubria la scorsa settimana, ma anche il più recente annuncio del consigliere e presidente della Commissione sanità al Pirellone, Emanuele Monti, che ha programmato per settembre un tavolo con i primi cittadini, la Comunità Montana del Piambello e tutti i soggetti interessati al destino del nosocomio.

Tra questi è presente il Comitato che da anni si batte per tutelare i servizi e le potenzialità della struttura, nonché la sua importanza strategica a livello territoriale. Un concetto ripreso proprio dal consigliere Monti e associato alla legittimità del progetto con cui, già dallo scorso inverno, l’ASST ha tracciato un percorso di cambiamento ben preciso attraverso la cessione del nosocomio ad enti privati.

Forti su questo punto le perplessità del Comitato, inserite in un lungo messaggio che riporta al centro dell’attenzione anche alcune cifre inerenti i costi e il bilancio dell’ospedale, diffuse a detta del gruppo senza cognizione di causa. Il comunicato, a firma di Gian Battista Serseini, Angelo Ferrarello e Fernando Buzzi, si conclude poi con la sintesi dei punti utili al rilancio del presidio, composta insieme alla Commissione socio sanitaria della Comunità Montana del Piambello, sottoscritta dai sindaci di zona e consegnata alle istituzioni.

Riportiamo di seguito la lettera in forma integrale.

Apprendiamo per l’ennesima volta una sparata di cifre riguardo il nostro ospedale, attitudine ormai consolidata nel Palazzo regionale e non solo, che mira solamente alla destabilizzazione del nosocomio.

Stiamo parlando di numeri, ripresi e divulgati senza una verifica puntuale, riguardanti i presunti costi dell’ospedale. Solo qualche anno fa un politico locale, a capo della Commissione sanitaria della Lombardia, non perdeva l’occasione per sparare cifre esorbitanti circa la gestione dell’ospedale di Cuasso.

Si parlava allora di sei milioni di euro, mentre oggi i nuovi amministratori fanno riferimento ad una cifra minore ma comunque importante. Parliamo di quattro milioni. Questo modo di comunicare conduce esclusivamente a generare scalpore tra una vasta platea, completamente a digiuno di qualsiasi conoscenza in merito.

Già allora, stupito per quelle cifre, il Comitato indagò presentando un esposto alla Procura della Repubblica sugli elevati costi della gestione del calore e altro, che facevano levitare i bilanci a cifre astronomiche. La Procura ci diede ragione, e a fronte di verifiche fatte dalla Guardia di Finanza, emerse un primo parziale ammanco di ottocento mila euro, senza peraltro poter procedere ad ulteriori e puntuali verifiche, a causa della mancata consegna della documentazione richiesta.

La nostra azione portò ad un immediato risparmio di gestione e all’interruzione dell’appalto vigente. Dopo poco tempo il nostro fulgido politico, paladino della nuova riforma sanitaria regionale, inciampò in una delle ennesime inchieste che hanno riguardato la sanità lombarda: da che pulpito giungeva la predica!

Esagerato era il bilancio di allora, gonfiato da errori grossolani e cattiva gestione, parziale e incomprensibile risulta essere il bilancio attuale. Invitiamo quindi tutti i soggetti coinvolti nella stesura del bilancio, a limitarsi ad analisi veritiere e a rendere trasparenti tutte le voci coinvolte, costi e ricavi.

Il Comitato, sul campo da almeno quindici anni, conosce tutte le scelte che l’Azienda Ospedaliera Macchi, oggi ASST Sette Laghi, ha intrapreso per ridimensionare e smantellare un presidio ospedaliero di valore nazionale, che al momento della sua aziendalizzazione disponeva di almeno centoventi posti letto e di una autonomia totale dei servizi annessi. Ora, dopo le strategie aziendali, ci troviamo con al massimo quaranta posti letto e con un patrimonio edilizio e forestale degradato e allo sbando.

Da anni non vengono realizzate manutenzioni ordinarie, e questo abbandono porta ad aumentare i costi degli interventi straordinari per mantenere minimamente il patrimonio. Non ci devono raccontare che quanto sopra descritto fa parte della storia passata, e che quindi non ha nessuna influenza sul futuro. Prima svuotano il contenitori e poi, da bravi amministratori, constatano che è vuoto!

Da tutte le affermazioni fatte, si evince che l’unica via percorribile, per il rilancio del presidio di Cuasso, sia affidarlo ad un ipotetico privato. L’affermazione stravagante ci porta a considerare che se un soggetto privato investe e ristruttura l’ospedale, è intrinseco che lo faccia per avere anche un profitto. A maggior ragione non comprendiamo come un ente pubblico, che ha invece solo finalità sociali e come imposizione solo il pareggio di bilancio, non possa realizzare in proprio un progetto mirato ai bisogni sanitari.

Quando si enunciano le cifre bisogna essere esaustivi, citando tutte le voci che compongono un bilancio di presidio all’interno di un bilancio aziendale. In una logica gestionale corretta, vanno anche proposte le strategie a breve, medio e lungo termine, e non solo, per disfarsi del problema, le cifre parziali.

Siamo quindi disponibili con chiunque ad un confronto per la verifica amministrativa e finanziaria, ma anche relativa alle responsabilità che hanno portato a questa situazione. Conosciamo come ha funzionato e come funziona ora l’ospedale, anche nelle determinazioni organizzative sanitarie a cui è soggetto il presidio.

Come Comitato, assieme alla Commissione socio sanitaria della Comunità Montana del Piambello, abbiamo elaborato una proposta di progetto per il rilancio dell’ospedale, e non solo a fine conservativo. Dopo l’approvazione unanime di tutti i sindaci, lo abbiamo consegnato a tutti gli attori istituzionali in campo. Il progetto, in sintesi, si propone di:

– Finire i lavori di ristrutturazione del padiglione centrale e ripristinare la riabilitazione neuromotoria e pneumologica ad un volume di attività importante.
– Introdurre posti letto per cronici ed anziani.
– Mantenere ed implementare i servizi ambulatoriali esistenti.
Completare i padiglioni dimessi con iniziative no profit e del privato sociale nel campo assistenziale.
Recuperare il valore storico, ambientale e turistico.
Migliorare il trasporto pubblico collegandolo alla nuova ferrovia, tutti i giorni e con mezzi adeguati ed ecologici.

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