Valcuvia | 3 Luglio 2018

Francesco Paglia invia lettera a 11 sindaci: dalla fusione uno spazio di confronto tra i comuni

Il sindaco di Duno scrive una lettera aperta ai primi cittadini della Valcuvia, proponendo nuovi percorsi di sviluppo e l'idea di un grande ente territoriale

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Nella settimana che conduce al referendum sulla fusione in Valcuvia, il primo cittadino di Duno Francesco Paglia interviene con una lettere aperta dedicata a tutti i sindaci dell’area.

Il tema centrale della missiva è ovviamente il processo che tocca da vicino il suo comune e quello di Cuveglio, giunto ormai ad un passo dalla scelta definitiva di intraprendere l’iter burocratico di attuazione oppure rigettarlo.

C’è però tra le sue parole un intento di apertura e di collaborazione che va oltre questa singola e complessa dinamica, attraverso il quale, partendo proprio dal tema fusione, Francesco Paglia spera di giungere ad un rinnovato e più definito confronto tra amministrazioni. Un confronto utile ad affrontare congiuntamente le sfide di un futuro che è dietro l’angolo, i grandi mutamenti che coinvolgono la società del nostro tempo e di conseguenza anche le realtà locali che compongono il territorio della Valcuvia: Brenta, Azzio, Casalzuigno, Orino, Castello Cabiaglio, Cuveglio, Cuvio, Rancio, Cassano, Masciago Primo, Ferrera.

Riportiamo di seguito il suo messaggio in forma integrale.

Cari sindaci,

Come sapete in questi giorni si svolgerà nel comune di Duno ed in quello di Cuveglio il referendum per la fusione dei due comuni.

E’ questa una fusione di notevole rilevanza per la valenza politico istituzionale che sottende e per la traccia che lascerà nel tessuto sociale; ne è testimone l’acceso dibattito che ha suscitato e che è in corso.

Vorrei insieme a voi riflettere sull’aspetto culturale politico. I due termini, infatti, non possono essere disgiunti in quanto uno è la conseguenza dell’altro, dell’idea di fusione tra i comuni che noi sindaci dovremmo, a mio avviso, promuovere nell’ambito delle nostre realtà.

Se si considera il mutato contesto socio/economico della nostra valle, con le inevitabili ricadute su tutte le attività: agricoltura, allevamento, artigianato, industria e terziario, di conseguenza è necessario che le strutture pubbliche, in particolare i comuni, si organizzino in modo sinergico, per fornire servizi e sostegno amministrativo ad una società profondamente mutata, in buona parte dissolta ed ancora in profondo cambiamento.

Inoltre, è necessario comprendere quali siano le nuove frontiere di sviluppo, come possano essere liberate le nuove energie emergenti, individuarle, sostenerle e progettare insieme agli operatori nuovi percorsi di sviluppo tecnico ed economico.

Occorre un grande lavoro di revisione delle funzioni oggi presiedute dai comuni per eliminare quelle ormai obsolete, per ridefinire quelle ancora necessarie e per strutturarne di nuove. E’ questo un grande lavoro che investe tutti i livelli gestionali, quello rivolto alla popolazione e agli operatori economici, quello che riguarda organismi collaterali, comuni ed associazioni, e quello collegato ad organismi di livello superiore.

E’ da questo lavoro di carattere culturale di ridefinizione della propria identità che può scaturire la decisione e la volontà di intraprendere nuove strade, e tra queste quella della fusione con altri comuni per formare un unico grande ente ben definito geograficamente e con una identità già storicamente consolidata, in grado di colloquiare in modo autorevole con gli enti di governo superiori.

In mancanza di questo lavoro ci si condanna all’inefficacia operativa e alla sudditanza politica. Anche la fusione tra comuni rivestirà unicamente una valenza economica che se non supportata da una nuova visione non potrà far nascere nessun reale beneficio.

Ritengo quindi, e mi dispiace che alcuni colleghi sindaci non colgano a fondo le implicazioni di questa attività propedeutica, che la vera sfida della fusione sia quella di risvegliare nel corpo sociale quel desiderio di un futuro con una prospettiva buona per la vita che forse inconsapevolmente anche noi abbiamo contribuito ad offuscare, privilegiando la gestione e mal celati tornaconti politici che sovente nascondono non limpidi interessi.

Lancio quindi a tutti voi, sindaci della Valcuvia, una grande sfida. Formiamo un ambito di lavoro che sia in prima istanza uno spazio di confronto, luogo in cui elaborare e far confluire i risultati di questo lavoro per sostenere questo nuovo tessuto sociale, che già si intravede, e sia anche spazio per rodare possibili future sinergie.

Noi sindaci dobbiamo avere il coraggio di guardare lontano, ben consapevoli che l’attuale situazione di incertezza favorisce in molti un sentimento di scoraggiamento, di ripiegamento su se stessi, che si traduce in ultima analisi in paura del futuro, nel tentativo, sovente disperato, di conservare presunti privilegi raggiunti. E’ vero, alle molte incombenze di cui siamo già carichi, si aggiunge anche questo gravoso impegno, ma ritengo che questo sia il vero lavoro a cui siamo stati chiamati quando siamo stati eletti. Le sole attività gestionali, pur necessarie, rischiano di trasformarci in burocrati, manutentori di infrastrutture e sostenitori di una società in dissolvimento.

Attendo i vostri contributi per iniziare insieme un dibattito anche a mezzo stampa su queste tematiche.

Un cordiale saluto ed augurio.

Francesco Paglia, sindaco di Duno.

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