“Prima o poi, nella vita di un giornalista, arriva: il pezzo che non avresti mai voluto scrivere. E ci si può preparare finché si vuole ma quando arriva fa comunque male: ed è difficile, difficile da buttare giù. Dunque, eccolo qui: il pezzo che non avrei mai voluto scrivere. La Provincia di Varese toglie il disturbo: dopo dodici anni, tre mesi e tre giorni di vita dice addio ai suoi lettori”. Con queste parole Francesco Caielli, direttore del quotidiano varesino “La Provincia Varese”, inizia l’editoriale pubblicato oggi, dove annuncia la chiusura del giornale ed esprime tutta la sua rabbia e la sua gratitudine.
La notizia della chiusura di un quotidiano importante come “La Provincia”, che circolava da giorni, è una sconfitta per tutti. Per noi che siamo una piccola testata locale, nata da poco, questa è una perdita che fa riflettere. Il pluralismo dell’informazione è quello strumento che permette alla democrazia di essere tutelata e coltivata e la mancanza di un giornale così autorevole come quello diretto da Caielli scrive una brutta pagina della storia del nostro territorio.
Lasciano senza parole, le frasi della vicedirettrice del quotidiano, Federica Artina, che senza mezzi termine scrive: “Ecco perché oggi salutare fa così male. Perché si sente di stare togliendo qualcosa agli altri, prima che di rinunciare a qualcosa noi stessi. Quando passi dodici anni a venire additato come un morto che cammina e intanto non muori mai, alla fine ti convinci di essere un highlander. Poi però quel giorno arriva davvero. E la sberla è ancora più forte”.
Anche l’editore unico, Pietro Galparoli, ha voluto esprimere un suo pensiero, inserito in un articolo dove sono stati raccolti quelli di tanti collaboratori. “Ce l’ho messa tutta, ci ho creduto fino all’ultimo, ho dato fondo ad ogni mia risorsa. Il dato di fatto però è che ho fallito e non voglio, per nessuna ragione, nascondermi dietro inutili e vigliacche giustificazioni. La responsabilità della chiusura de ‘La Provincia di Varese’ è solo mia. In tanti che hanno creduto in me e nel progetto editoriale da domani resteranno senza lavoro. Questo fardello rimarrà indelebile nel mio cuore. L’angoscia per aver deluso i lettori ed i miei ragazzi non potrà mai essere mitigata da niente e nessuno. Ho visto nei loro occhi, più che la preoccupazione, la disperazione per la fine de ‘La Provincia’. Sono fermamente convinto che la mancanza di una seconda voce sul territorio si farà sentire. Il rimpianto non sarò solo nostro. Molti sicuramente godranno per la nostra chiusura ma molti di più ne sentiranno la mancanza. In questi 15 mesi abbiamo cercato di raccontare e scrivere del territorio, di dare voce a chiunque la chiedesse. Non abbiamo mai e dico mai censurato o parteggiato per alcuni a discapito di altri. La dignità e l’amore con cui abbiamo, fino alla fine, svolto il nostro lavoro ed il nostro dovere sarà forse un soffio nell’universo ma è stata una tempesta per i nostri cuori”.
Da parte nostra non possiamo far altro che esprimere massima solidarietà ai colleghi tutti. Nonostante si lavorasse su progetti diversi, l’amore per la verità, raccontando oggettivamente il territorio, è sempre stato il punto in comune. Sperando che venga trovata una soluzione per dare un futuro alla “Provincia”, non possiamo far altro che augurare il meglio a tutta la redazione.
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