Roma | 23 Dicembre 2017

Sì alla Manovra, ma no allo ius soli. Manca il numero legale. Verso lo scioglimento delle Camere

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni potrebbe salire al Quirinale per comunicare la conclusione del suo lavoro tra il 28 e il 29 dicembre. Quale il futuro?

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(askanews) – La XVII legislatura ha chiuso i battenti. Non ufficialmente certo, Camera e Senato sono ancora insediate, ma sembra ormai nell’ordine delle cose lo scioglimento del Parlamento entro la fine dell’anno. Un Parlamento che oggi – il Senato nello specifico – ha varato definitivamente la manovra di bilancio. L’approvazione della legge di bilancio era stata posta negli ultimi mesi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella (sia in termini espliciti che nei colloqui ufficiosi) quale passaggio necessario per andare a elezioni. E oggi la condizione posta è stata soddisfatta. Altri adempimenti non ci sono e quindi la strada verso lo scioglimento è libera.

Dal punto di vista politico è stata poi data soluzione, quanto meno dal punto di vista formale, al tema dello ius soli, il cui ddl – fra le polemiche – nelle scorse settimane era stato inserito, sempre al Senato, come ultimo provvedimento all’esame dell’aula prima delle festività natalizie. E oggi, una volta approvata la manovra, Grasso ha avviato la discussione sul disegno di legge sulla cittadinanza, a partire dalle pregiudiziali di costituzionalità. Ma l’esame del provvedimento si è subito fermato, anzi non è mai partito. Il leghista Roberto Calderoli ha chiesto, come condizione per andare avanti, la verifica del numero legale. Che non c’era. Mancavano oltre trenta senatori al raggiungimento della soglia di presenti richiesta per dare avvio ai lavori e Grasso non ha potuto fare altro che riconvocare l’assemblea per il 9 gennaio, alle 17. Preannunciando un ordine del giorno con “comunicazioni del presidente”. I sostenitori dello ius soli non potranno quindi dire che, almeno formalmente, non si sia provato a far andare avanti il provvedimento. Ma le assenze hanno fermato tutto, lasciando il ddl nell’indeterminatezza. La sua sorte ora dipenderà da chi avrà la maggioranza nel nuovo Parlamento.

Un Parlamento che dovrebbe essere votato il prossimo 4 marzo, come si continua dire con sempre più insistenza. Tutto dipenderà dalla data del decreto presidenziale di scioglimento. Si va ripetendo ormai da settimane che il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni potrebbe salire al Quirinale per comunicare la conclusione del suo lavoro tra il 28 (in questo giorno si svolgerà la consueta conferenza stampa di fine anno del premier) e il 29 dicembre. A quel punto Mattarella scioglierebbe le Camere, spiegando magari nel messaggio di fine anno agli italiani come si è arrivati a quel punto, quale dovrà essere lo spirito con cui le forze politiche da un lato e gli italiani dall’altro si avvicineranno al giorno delle urne. Data che dovrà essere indicata dal governo, che riunirà un apposito Consiglio dei ministri una volta arrivato lo scioglimento.

Gentiloni non dovrebbe andare al Quirinale per dimettersi. Sembra essere questo l’orientamento del capo dello Stato, consapevole delle difficoltà che, il giorno dopo il voto, potrebbero esserci per la definizione di una maggioranza che sostenga il nuovo esecutivo (e che potrebbero protrarsi per mesi). Il Colle preferirebbe avere un premier in carica per gli affari correnti, come si dice, ma che non è stato sfiduciato e che quindi – ci sono precedenti in questo senso – potrebbe guidare un governo in grado, se fosse necessario, di prendere anche decisioni di rilievo.

Tornando a parlare della giornata di oggi al Senato, un lungo applauso di tutta l’aula ha salutato l’approvazione della manovra. A sollecitarlo nei fatti è stato il presidente Pietro Grasso, ringraziando tutti. “Voglio dire grazie a tutti i senatori, alla segretaria generale e ai vice segretari, ai dipendenti che mi hanno aiutato a svolgere come ho potuto la mia funzione – ha detto Grasso – avrei voluto salutare tutti i dipendenti con una cerimonia singola, ma i frenetici lavori parlamentari degli ultimi giorni non mi hanno consentito di farlo come avrei voluto. Ai dipendenti va un saluto particolare: grazie veramente”.

Fdv/Int9

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