Varese | 15 Dicembre 2017

Confartigianato Imprese, definite dieci prassi fiscali per i futuri candidati politici

Nella sede provinciale si è parlato di problemi, proposte e soluzioni sul fisco per le imprese. E per le elezioni di marzo sono pronti buoni dieci propositi

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La sfida fiscale, che occupa quotidianamente le imprese, si dimostra sempre più difficile, soprattutto alla luce di una fiscalità che cambia troppo in fretta, spesso in corsa, ostacolando gli imprenditori nella pianificazione dell’attività. Problemi che le imprese lamentano con chiarezza, come hanno fatto ieri alla tavola rotonda organizzata da Confartigianato Imprese Varese.

Il primo punto al centro del dibattito potremmo così riassumerlo: “L’imprenditore deve pensare a fare impresa, non a buttare il tempo in adempimenti burocratici”. A indispettire maggiormente gli imprenditori è l’assenza di regole certe, la mancanza di un punto di riferimento negli enti riscossori e i costi legati alle incombenze pratiche. Nulla che permetta alle aziende di stare al passo con gli aggiornamenti normativi e con quello sprint competitivo che chiede l’economia di oggi.

Semplificazione e trasparenza sono le parole che ricorrono più volte nelle riflessioni delle imprese ieri presenti. Una semplificazione tanto decantata in politica ma attuata a metà e una trasparenza che ancora non c’è. Poi l’impegno quotidiano di adeguarsi ai cambiamenti, non solo economici. Un impegno che richiede senso pratico e voglia di leggerezza, che invece la burocrazia lega e rallenta. Le imprese non se lo possono permettere.

Le stesse imprese però sono pronte a mettersi in gioco e indicano più di una soluzione. No ai call center, sì al referente unico, ovvero una sola persona e che sia sempre quella. Gli enti si sentono sicuri se di fronte a un problema possono rivolgersi ad un contatto consolidato. Poi la necessità di semplificare l’iter burocratico e amministrativo che accompagna il pagamento delle tasse, che ora è contaminato di troppe norme complesse. Segue l’adeguamento degli adempimenti fiscali alla dimensione dell’azienda: le piccole e medie imprese artigiane non possono sostenere lo stesso numero di adempimenti di una grossa azienda e i costi che ne conseguono. Infine l’aumento di flessibilità tra fisco e imprenditore/cittadino.

Dalla tavola rotonda di ieri saranno definite dieci buone prassi fiscali da sottoporre all’attenzione di coloro che si candideranno a rappresentare questa provincia nelle istituzioni in occasione del voto di marzo. “Dieci buone prassi in cinque anni – ammesso che tanto duri la nuova legislazione – crediamo sia un obiettivo legittimo e raggiungibile. Ad un anno dal voto, faremo conoscere alle imprese quanto fatto sino a quel momento dal Governo in carica e dai suoi rappresentanti della provincia di Varese. E lo stesso sarà fatto negli anni a seguire. Le conclusioni, in base ai risultati, saranno dopo cinque anni misurabili e palesi”. Queste le parole del presidente di Confartigianato Imprese Varese, Davide Galli.

“Le Pmi italiane sono costrette non solo ad operare, ma a farlo dovendo garantire un alto profilo qualitativo, un tasso di innovazione sempre crescente e un elevato livello competitivo nel quadro nazionale e internazionale” ha proseguito. Un impegno che rischia di limare i margini di ripresa, il relativo benessere sociale e lo stesso beneficio che, da aziende sane e competitive, potrebbero trarre gli enti pubblici. “In questi anni siamo passati dalle tante denunce ai troppi silenzi, segnale che giudico indice di preoccupante disaffezione e scarsa fiducia. Un’inversione di tendenza è inevitabile per continuare a coltivare l’imprenditorialità locale, presente e futura” ha concluso il presidente.

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