La DIA di Milano ha sgominato un’organizzazione dedita al traffico di stupefacenti che operava su uno sfondo ‘ndranghetista e ha sequestrato, nel corso di varie operazioni, 129 chilogrammi tra cocaina e marijuana, che dalla Lombardia passavano per Roma diretti in Sicilia.
Dieci le persone finite in manette giovedì, fra cui i due capi della banda, che – a detta degli inquirenti – intrattenevano legami forti con due tra le più importanti famiglie della mafia calabrese a Rosarno.
Tra gli arrestati vi sono persone con rapporti “forti” con la ‘ndrangheta. Tra questi Giuseppe Morabito, 48 anni, di Rosarno (Reggio Calabria), in collegamento con le famiglie Bellocco e Pesce, e che faceva la spola tra il Canton Ticino, dove aveva un domicilio, e l’Italia. L’appoggio che Morabito aveva in Ticino, dove tornava a dormire tutte le sere, gli sarebbe dovuto servire per rimanere lontano dalle autorità italiane
Gli investigatori, invece, hanno atteso che arrivasse in Italia, in provincia di Pavia, e tra la notte del 4 e 5 luglio lo hanno arrestato a bordo di un’auto con targa elvetica, in compagnia di Antonio Curciariello, 50 anni, calabrese residente a Legnano.
Altro personaggio di spicco è Francesco Cicino, 47 anni, ritenuto legato a Carmelo Novella, il boss della ‘ndrangheta ucciso a San Vittore Olona, nel Milanese, il 14 giugno del 2008. A riportare la notizia è ANSA.
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