5 Aprile 2017

Chiusura notturna dei valichi, Taldone: “Il crimine non conosce orari”. La questione arriva a Roma

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L’ambasciatore della Confederazione Svizzera Giancarlo Kessler è stato convocato d’urgenza alla Farnesina sulla questione della chiusura notturna di tre valichi di frontiera, tra cui Ponte Cremenaga, nonché sulle dichiarazioni che hanno accompagnato la decisione elvetica. Lo ha fatto sapere ieri sera in una nota il ministero degli Esteri. Intanto, dopo il sit-in dei venti sindaci del Piambello in dogana, le prese di posizioni di Regione Lombardia, con Marsico e Alfieri, e quelle del presidente della Provincia Vincenzi, interviene anche il consigliere provinciale e capogruppo de “La Grande Luino”, Giuseppe Taldone.

Chiusura notturna dei valichi, Taldone: “Il crimine non conosce orari”. La questione arriva a Roma. “La chiusura del valico di Cremenaga negli orari notturni, da parte delle autorità svizzere, per noi non è un buon segnale – spiega Giuseppe Taldone -. È in antitesi ai moderni principi della libera circolazione e collaborazione tra Stati e non risolvere ovviamente i problemi della sicurezza: il crimine, come si sa, non conosce orari. Deprecabili anche le modalità con cui si è arrivati a questo provvedimento, unilaterali e non in linea con la logica della cooperazione tra popoli. Bene hanno fatto i nostri sindaci di Frontiera a protestare vivacemente per questo provvedimento che magari in futuro troveremo esteso anche ad altri valichi a nord di Varese come Porto Ceresio, Saltrio e Clivio. Non possiamo accettare passivamente simili iniziative, non è corretto nei confronti di chi vive questo territorio ed è costretto spesso a inevitabili pendolarismi lavorativi ma non solo. Segnali di questo tipo sono mortificanti per chi crede realmente nel confronto e nella cooperazione tra le persone anche in una logica transfrontaliera: non è così che si contribuisce alla crescita di un territorio. Su questi argomenti, che seguiamo da tempo, abbiamo avuto modo di interfacciarci con il Consigliere regionale Luca Marsico, approfittando di una finestra di dialogo che Regione Lombardia ha saputo alimentare negli anni con il Canton Ticino. Marsico, anche lui contrario alla chiusura di Cremenaga, ha presentato una specifica mozione in Regione che impegna la Giunta lombarda a tutelare con tenacia, nelle opportune sedi, gli interessi degli Italiani di confine. Abbiano chiesto anche all’eurodeputata Lara Comi un ulteriore particolare impegno per far riaprire il valico di notte, facendo leva sul suo importante ruolo istituzionale. Ho avuto modo in questi giorni di parlare con Eros Sebastiani, presidente dell’Associazione Frontalieri Ticino, che mi ha manifestato le sue preoccupazioni in ordine a diversi segnali che stanno arrivando dai Cantoni svizzeri nei confronti dell’Italia. Ritengo fondamentale che, su questi temi, politica ed istituzioni viaggino compatte senza retrocedere nelle posizioni. Come Consigliere provinciale farò ciò che mi è possibile insieme al mio gruppo consigliare “Liberi per la Provincia di Varese”: saremo al fianco dei Sindaci di confine, disponibili a sostenerli nelle loro quotidiane battaglie. Utilizzeremo ogni strumento a disposizione per non consentire ulteriori penalizzazioni alla nostra popolazione di frontiera.

L’Ambasciatore della Confederazione Svizzera Giancarlo Kessler è stato convocato d’urgenza alla Farnesina sulla questione della chiusura notturna di tre valichi di frontiera, nonché sulle dichiarazioni che hanno accompagnato la decisione elvetica. Kessler ha sottolineato al riguardo come si tratti di una misura temporanea e sperimentale, che andrà presto rivista nel quadro di un ulteriore miglioramento della collaborazione fra forze di sicurezza, alla luce dell’accordo vigente fra le polizie dei due Paesi. Con l’occasione, da parte italiana è stata nuovamente ribadita la richiesta di pervenire nel più breve tempo possibile al superamento delle procedure di controllo del casellario giudiziario, che si applicano nei confronti dei soli lavoratori transfrontalieri italiani. Come riconosciuto da parte svizzera, esse rappresentano una violazione dell’accordo sulla libera circolazione. L’ambasciatore ha assicurato che da parte elvetica si sta operando per porre un termine a tali procedure, introducendo se del caso misure euro-compatibili.

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