24 Marzo 2017

Luino, “La Ferrovia ipnotizza la politica locale”

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Un’altra analisi sul futuro della linea ferroviaria Cadenazzo – Luino – Laveno Mombello è quella elaborata oggi da Diego Intraina che, dopo la Commissione Territorio di mercoledì sera, torna a parlare di AlpTransit e di tutte le conseguente che ne potrebbero derivare tra viabilità, sicurezza e mobilità. Non manca qualche stoccata ai sindaci della zona del luinese.

La stazione ferroviaria di Luino

Luino, “La Ferrovia ipnotizza la politica locale”. Giugno si avvicina e non è ancora arrivata nessuna risposta da parte dell’Istituzioni in merito al disagio inferto dalle Ferrovie ai pendolari della percorrenza Laveno Mombello-Cadenazzo. La locale politica istituzionale è muta e ipnotizzata dall’antico problema sicurezza: i treni sono carichi di merci super-pericolose che attraversano il territorio alquanto delicato senza (ri)conoscerne il “difetto” di pericolosità. Trasporto di merci pericolose che attraversano un territorio delicato per il suo risaputo, troppo spesso dimenticato, dinamismo geologico che dialoga con il lago (organismo complesso facilmente inquinabile e difficilmente sanabile) e per la sua complessa convivenza con le numerose abitazioni. Stiamo parlando di un traffico ferroviario che di fatto già oggi trasporta sostanze chimiche altamente pericolose, servizio che però, nell’immediato anno 2018, verrà amplificato dall’ormai deciso potenziamento: aumento dei passaggi per un totale di circa 90 treni, un aumento della lunghezza dei treni fino a mt. 750 e di conseguenza un aumento delle sollecitazioni di carico non risolte, perlomeno fino alla completa sostituzione dei mezzi.

Questa decisione di potenziamento obbligherà RFI (rete ferroviaria italiana) ad una serie di lavori di ammodernamento della linea e di conseguenza a degli interventi di compensazione come i sottopassi viari e ciclo-pedonali, le strade alternative, i pannelli fonici e, come è successo in Ticino, a riconoscere eventuali adeguamenti alle costruzioni private. Sono veramente questi i seri problemi che ipnotizzano la politica locale? Le risposte alla sicurezza e alle infrastrutturazioni compensative?

Le istituzioni locali si trovano in difficoltà perché devono, al fine di risolvere tali problematiche sovracomunali, necessariamente interagire con l’Autorità Prefettizia: il Prefetto? Unica autorità di competenza adatta ad allestire un insostituibile piano d’emergenza generale ferroviario. Piano da cui si potrebbero evincere e definire gli eventuali investimenti riguardanti l’armonizzazione di strumenti predisposti per allertare la popolazione in caso d’incidenti (sistemi d’allarme acustici che sappiano comunicare specifiche qualità di pericolo), per richiedere di avere in loco (o nelle vicinanze) attrezzature idonee di pronto-intervento (attrezzature speciali da dare in carico ai Vigili del fuoco), strutturare un adeguato servizio sanitario (attrezzare gli ospedali per un pronto intervento di massa), imporre e verificare interventi di particolare gestione ordinaria (gestioni idro-geo-forestali) e molte altre cose ancora. Oppure, la reale difficoltà della politica locale è piuttosto un’altra e purtroppo di ben altro spessore.

A quanto possiamo vedere il vero tarlo è l’incapacità di relazione tra gli stessi enti locali, enti che non riescono a ritrovarsi per stabilire collegialmente una strategia comune e, da non sottovalutare, anche per l’incapacità, o mancanza di volontà, nel coinvolgere quella popolazione che li potrebbe aiutare nel consenso politico. Scrivere lettere o prendere contati individuali non sembra rivelarsi la strategia migliore per far crescere una necessaria e vera consapevolezza sull’importanza di una politica sovralocale.

Siamo in ritardo almeno di due anni. È da allora che dovevamo attrezzarci con un serio “tavolo di lavoro politico” sovralocale capace d’affrontare insieme ai tecnici la sovralocale problematica Alp-Transit. Solo con questa volontà si sarebbe potuto capire, e forse lo si può ancora con i limiti del ritardo, come agire di conseguenza; insomma come intervenire politicamente con forza anche sulle priorità che interessano le singole realtà locali: opere di compensazione. L’unità fa la forza, frase che sembra scontata ma che in questa circostanza è stata completamente dimenticata.

Torniamo al problema dei pendolari dimenticandoci dell’ipnotizzazione. È più di un anno che è stato comunicato ai sindaci del Luinese, attraverso articoli sui giornali e incontri, le difficoltà provenienti dal servizio bus sostitutivo, ma sino ad oggi non solo non si è ancora riusciti ad avere nessuna risposta, ma nemmeno a sedersi con le differenti aziende dei trasporti pubblici al fine di trovare una soluzione che non sia deficitaria. A questo punto c’è da chiedersi: l’interesse della politica locale ritiene i problemi del quotidiano di scarso interesse o di loro non competenza, oppure il loro comportamento serve unicamente a coprire la loro impotenza?

Queste domande risultano essere legittime visto che l’interessamento del Gran Consigliere dello Stato del Cantone Ticino, attraverso una “telefonata”, ha permesso di spostare l’orario di partenza da Luino dell’Autolinee Varesine in modo da garantire la coincidenza con Cadenazzo. Non sembra bello ripetersi, ma sapere se c’è veramente l’intenzione d’affrontare tale problema, oppure, se si è deciso di ignorarlo, per i diversi utenti virtuosi del treno (lo dico con profondo rispetto visto le continue dichiarazioni politiche sulla mobilità sostenibile), è una notizia che potrebbe migliorare o peggiorare la qualità della loro vita.

Dunque, aspettiamo fiduciosi che i Sindaci del territorio si sensibilizzino anche su questo problema, che non ha bisogno di nuove leggi elettorali o rivisitazioni di partito, ma puramente e solo buon senso amministrativo. Ricordiamo che giugno è vicino.

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