7 Marzo 2017

Ocse rivede stima Pil, Italia +1% nel 2017. “Il dato più basso tra i paesi ‘big'”

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L’Ocse rivede al rialzo la crescita del Pil italiano nel 2017, che dovrebbe attestarsi all’1,0%, con un aumento di 0,1 punti rispetto alle previsioni fornite dall’Organizzazione nel novembre scorso. Il dato è contenuto nell’Interim Economic Outlook, appena diffuso, in cui peraltro l’Ocse rivede al rialzo l’andamento di quasi tutte le principali economie mondiali.

(romapolitica.it)

Ocse rivede stima Pil, Italia +1% nel 2017. “Il dato più basso tra i paesi ‘big'”. La crescita dell’economia italiana dovrebbe restare stabile all’1% annuo nel 2016, 2017 e 2018, con il livello più basso nell’anno in corso fra i maggiori Paesi membri dell’Ocse. Lo scrive l’organizzazione parigina nel suo ‘Interim Outlook’, notando che “la crescita dovrebbe rimanere solida in Germania, ma continuerà a passo più lento in Francia e Italia”. Per l’Eurozona l’Ocse prevede un +1,6% nel 2017 e 2018 dopo il +1,7% del 2016. La Germania passerebbe da +1,8% nel 2016 e 2017 a +1,7% nel 2018, la Francia da +1,1% dell’anno passato a 1,4%.

La crescita globale dovrebbe accelerare un po’, ma rimane troppo lenta”. Lo scrive l’Ocse notando rischi “in grado di deragliare la ripresa”, fra cui “la sconnessione fra i mercati finanziari e l’economia reale”, la svolta nel ciclo dei tassi d’interesse e le incertezze sulle politiche economiche e commerciali. l’Ocse prevede un 3% di crescita globale nel 2016, in accelerazione a 3,3 e 3,6% nei due anni successivi. Per gli Usa attende un +1,6, +2,4 e +2,8% rispettivamente, per la Gran Bretagna una frenata da 1,8 a 1,6 e 1%.

Nell’Eurozona “c’è spazio di manovra per iniziative di bilancio più ambiziose ed efficaci” anche se la crescita continuerà all’attuale tasso moderato “aiutata da una politica monetaria accomodante e da un modesto stimolo fiscale nei prossimi anni”. Lo scrive l’Ocse nel suo Interim Outlook, notando che “la modesta ripresa globale riflette le iniziative di bilancio attuali e quelle attese, specialmente in Cina e negli Usa, assieme a una posizione più accomodante nell’EUrozona e iniziative in altre economie come in Canada”. (ANSA)

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