29 Ottobre 2016

Politica e territorio, lettera aperta ai tre sindaci del Lago: “chiamati in causa” Pellicini, Passera e Fazio

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Una lettera, indirizzata ai tre sindaci di Luino, Andrea Pellicini, di Maccagno con Pino e Veddacsa, Fabio Passera, ed anche di Germignaga, Fabio Passera. Nella missiva, a firma di Diego Intraina, vengono affrontate tante questioni: dalla politica al territorio, dai servizi al trasporto, dal ruolo di Regione Lombardia a quello degli enti sovracomunali. Ecco il testo.

Il sindaco di Luino, Andrea Pellicini, il primo cittadino di Germignaga, Marco Fazio, e quello di Maccagno con Pino e Veddasca, Fabio Passera

Il sindaco di Luino, Andrea Pellicini, il primo cittadino di Germignaga, Marco Fazio, e quello di Maccagno con Pino e Veddasca, Fabio Passera

Politica e territorio, lettera aperta ai tre sindaci del Lago: “chiamati in causa” Pellicini, Passera e Fazio.

“Signori Sindaci,

Andrea Pellicini, Marco Fazio e Fabio Passera ho pensato di scrivervi una lettera aperta ritenendo l’argomento d’interesse collettivo e giustamente non riportabile al consueto e troppo abusato rapporto individuale. Mi scuso da subito per questo mio comportamento, all’apparenza rinunciatario, ma mi sento obbligato ad intervenire in tale modo visto la reale sofferenza in cui vivono tutte le rappresentanze politiche del territorio. Questa affermazione, per chi mi conosce, sa quanto mi costi farla, ma dopo molteplici sollecitazioni, con nessuna reazione politica, penso che sia legittimo anche contraddire qualche principio.

L’argomento dell’attenzione è l’efficienza dei servizi di trasporto pubblico. Come avrete potuto intuire e sicuramente leggere, nei vari documenti, articoli scritti e pubblicati non solo dal sottoscritto, stiamo vivendo un momento di cambiamento culturale, dove si incrociano parole universali come benessere-ambiente-beni comuni; guarda caso queste categorie sono sempre più spesso associate alla mobilità sostenibile.

In questi ultimi giorni si è parlato di sopravvivenza di paesaggi condizionati da sempre più difficili realtà abitative: sto pensando a Curiglia (ma anche a tutte le Valli Luinesi); penso al dibattito sui social network riguardante i posteggi a Luino: realtà che, grazie a ‘ereditate politiche incuranti’, deve necessariamente rispondere al giusto ruolo di area di servizi subendo, individualmente e in solitudine, la pressione sovra-comunale del traffico commerciale e di frontiera; penso alla problematica della mobilità lacuale che da pochi giorni ha visto mobilitarvi in un progetto transfrontaliero Interreg; i disagi imposti dai nuovi orari delle ferrovie Svizzere per l’inizio dei lavori di ammodernamento della rete ferroviaria.

Ecco, chi più chi meno, sono tutti argomenti sensibili che però, e qui mi scuso, politicamente trattati con sensibilità e impegno differente. Questi pochi argomenti, sicuramente non esaustivi del problema, sono evidentemente intrecciati e devono trovare un equilibrio tra loro, ma per farlo devono riportare ad una discussione generale sulla mobilità sostenibile e sul metodo d’attuare che non può che essere sistemico e non riducibile ad ambiti d’interesse.

Entro nel vivo della lettera. Signori sindaci, per un cittadino non è mai bello vedere e leggere che deve essere un presidente della propria Regione a ritenere opportuno di stimolare l’organizzazione di un tavolo di discussione che possa verificare e stabilire soluzioni d’indirizzo di sviluppo economico del proprio territorio in cui vive. Perché a questo cittadino può sorgere da subito la domanda: ma i nostri politici come mai aspettano sempre le imboccate o le becchettate delle Autorità superiori per discutere ed organizzarsi in merito ai problemi di territorio allargato?

Come mai, nonostante la presenza di enti sovracomunali, non si riesce a coordinare un semplice orario dei pullman, in modo che i territori possano sopravvivere o interagire tra loro economicamente (non penso solo al turismo), grazie all’ottimizzazione e facilitazione delle relazioni umane? Interessante, ma suona quasi paradossale, il lavoro della Comunità Montana sul reticolo ecologico dei “privilegiati” animali.

Personalmente ritengo che, la motivazione dei trasferimenti dallo Stato o Regioni o Province o Comunità Montane o GAL (ndr, forse questa è una seconda domanda a cui rispondere: questi Enti sono troppi?) ai territori possa essere considerata una scusa quando ci si accorge che non esiste un piano territoriale collettivo di sviluppo; quando voi sindaci non vi accorgete e nemmeno siete coinvolti nella sbagliata decisione, dell’Ente dei Trasporti che governa il Gambarogno, di decidere, senza porsi opportunità da entrambe le parti di relazione territoriale, di penalizzare un intero territorio eliminando l’unico pullman di collegamento transfrontaliero che faceva coincidenza alla mattina (questo era un caso fortuito non più garantito nelle ore serali) con il servizio autolinee delle Varesine.

I natanti da diporto sono forse più importanti dei lavoratori frontalieri? Ebbene, sono consapevole dell’aumento della complessità, ma credo che non ci siano più giustificazioni nell’attendere che siano le Autorità superiori a dirci come ci si deve comportare. La situazione trascinata degli ospedali che stiamo subendo è sicuramente figlia di questo comportarsi.

La mia lettera, in fondo, richiede solo questo: facciamo scattare quel poco d’orgoglio che ci rimane e facciamo vedere al Presidente Maroni che siamo in grado di produrre creatività territoriale. Facciamogli capire che crediamo nelle nostre possibilità e capacità intuitive ed organizzative, e che a lui, dopo, spetterà di svolgere nel modo migliore possibile il suo ruolo di sintesi e di gestione finanziaria, e non quella di giustificare ulteriori sovrapposizioni al fine di individuare vecchie o nuove personalità di spicco: personalità incaricate per legge divina (in Italia siamo degli specialisti), enti o sottogruppi a disposizione ne abbiamo già a sufficienza per affrontare le questioni territoriali.

Al Presidente Maroni si deve ricordare che le leadership, proprio per l’importanza del loro ruolo empatico, devono essere individuate e condivise dai soggetti territoriali e non da Autorità esterne. Non abbiamo bisogno di “commissari”, ma di personalità di cui l’intero territorio (civile e politico) ha un’alta riconoscenza e considerazione politica/tecnica e che, proprio per questo loro talento, sono in grado di facilitare tutte le necessarie relazioni individuali e collettive. Nulla di personale con la nomina di Alessandro Casali che, qualora fosse condivisa, è indiscutibile. È il comportamento e il metodo della “sponsorizzazione”, da parte di un alta carica dello Stato, che non è accettabile.

Vi ringrazio del tempo dedicatomi e spero, al più presto, di leggere su questo giornale che sono iniziati concreti momenti di confronto sovracomunali, momenti capaci di definire un agenda d’incontri, momenti che hanno la precisa volontà di analizzare e risolvere sistemicamente le criticità territoriali. Oppure, e non siate clementi, vorrei essere felicemente smentito rendendomi edotto su intraprese attività politiche a cui il cittadino comune è stato lasciato all’oscuro, o perlomeno non coinvolto se non formalmente, nonostante tutte le dicerie sulla partecipazione e sulle tecnologie performanti.

PS La lettera è indirizzata solo a tre sindaci solo perché li conosco personalmente, pertanto mi scuso con gli altri. Colgo l’occasione e rinnovo l’appello d’intervento anche alle forze politiche del territorio”.

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