5 Agosto 2016

Si apre il sipario su Rio 2016, questa notte la cerimonia d’apertura della XXXI edizione delle Olimpiadi

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Il conto alla rovescia è terminato. Stasera a Rio de Janeiro, con la cerimonia d’apertura allo stadio Maracanà, si aprirà la XXXI edizione dei Giochi Olimpici estivi. La prima volta in Sudamerica, dove i problemi sono ancora molti.

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Si apre il sipario su Rio 2016, questa notte la cerimonia d’apertura della XXXI edizione delle Olimpiadi. Dalla sicurezza al traffico, la città brasiliana non sembra pronta per ospitare l’Olimpiade: questa mattina l’hanno capito anche i giocatori della nazionale cinese di basket, finiti nel mezzo di una sparatoria mentre attraversavano la città in bus. Eppure di polizia ce n’è tanta, anzi tantissima. E vicino alla polizia, sempre, ci sono i militari, con i mitra rigorosamente in mano. Sulle strade principali, c’è un posto di blocco ogni due chilometri circa. Nel Parco olimpico, poi, la presenza delle forze dell’ordine è ancor più folta. E nulla è ancora cominciato, quindi è presumibile un ancor maggior dispiegamento di polizia, soprattutto su Avenida Embaixador Abelardo Bueno, la via principale dove sono posizionati, uno dietro l’altro, un buon numero di impianti olimpici.

La sicurezza non è l’unico problema dei Giochi di Rio. Per accorgersi del ritardo nei lavori e della organizzazione non perfetta della città brasiliana basta un giro in macchina. Risolto il problema del Villaggio olimpico anche con l’aiuto esterno (il Coni ha completato da solo, la scorsa settimana, la palazzina riservata agli atleti italiani), non altrettanto può dirsi, per esempio, per le infrastrutture. Persino a Barra, nel Parco olimpico, lo spettacolo visivo non è dei migliori: strutture provvisorie, ponti costruiti all’ultimo momento, hotel e villaggi non completati. Funzionano a stento anche i trasporti, con tempi infiniti dovuti al traffico: in alcuni punti persino per le ambulanze e per le macchine della polizia è difficile passare.

E poi, tornando allo sport, c’è il problema del doping russo, tuttora in mano al Tribunale arbitrale dello sport, che deve ancora esaminare diversi ricorsi degli atleti esclusi dalle singole federazioni internazionali dopo il duro report dell’Agenzia mondiale antidoping. Eppure, dopo i primi match dei tornei di calcio, il tempo dell’attesa è finito. Questa notte, ora italiana, si parte, con una cerimonia firmata dall’italiano Marco Balich naturalmente a ritmo di samba. Dalla classica rappresentazione storica del paese ospitante alla passerella della bellissima Gisele Bundchen fino al re Pelè, annunciato ultimo tedoforo se la condizione fisica glielo permetterà (in caso contrario, al suo posto ci sarà l’ex tennista Gustavo Kuerten). E ci sarà Michel Temer, presidente “ad interim” di un Brasile scosso da una pesante crisi finanziaria, domani presente al Maracanà solo per pronunciare la frase: “Dichiaro aperti i Giochi”. Perchè l’Olimpiade deve partire, anche se Rio non è pronta. (AGI)

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