29 Maggio 2016

Papa Francesco: “Servire senza tornaconto, aprire le porte delle parrocchie anche fuori orario”

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Servire senza tornaconto. Papa Francesco celebra la messa in piazza San Pietro in occasione del Giubileo dei diaconi e ricorda quale deve essere la loro funzione. “Il servitore sa aprire le porte del suo tempo e dei suoi spazi a chi gli sta vicino e anche a chi bussa fuori orario, a costo di interrompere qualcosa che gli piace o il riposo che si merita. Così, cari diaconi, vivendo nella disponibilità, il vostro servizio sarà privo di ogni tornaconto ed evangelicamente fecondo”. L’invito del Papa ai diaconi è a “non scimmiottare i preti”.

Un momento dell'udienza generale del mercoledì di Papa Francesco oggi a Piazza San Pietro (ANSA/ UFFICIO STAMPA OSSERVATORE ROMANO)

(ANSA/ UFFICIO STAMPA OSSERVATORE ROMANO)

Papa Francesco: “Servire senza tornaconto, aprire le porte delle parrocchie anche fuori orario”. Papa Francesco confessa: “Mi fa male al cuore quando vedo l’orario nelle parrocchie. Poi, dopo una certa ora, non c’è prete, porta aperta o laico che riceva la gente. Trascurare gli orari, avere questo coraggio!”. Prendendo spunto dal Vangelo di Matteo, il Papa indica la strada dalla quale cominciare per diventare ‘servi buoni e fedeli’.

“Come primo passo – avverte il Pontefice – siamo invitati a vivere la disponibilità. Il servitore ogni giorno impara a distaccarsi dal disporre tutto per sé e dal disporre di sé come vuole. Si allena ogni mattina a donare la vita, a pensare che ogni giorno non sarà suo, ma sarà da vivere come una consegna di sé. Chi serve, infatti, non è un custode geloso del proprio tempo, anzi rinuncia ad essere il padrone della propria giornata. Sa che il tempo che vive non gli appartiene, ma è un dono che riceve da Dio per offrirlo a sua volta: solo così porterà veramente frutto”.

“Chi serve – avverte ancora Bergoglio – non è schiavo dell’agenda che stabilisce, ma, docile di cuore, è disponibile al non programmato: pronto per il fratello e aperto all’imprevisto, che non manca mai e spesso è la sorpresa quotidiana di Dio”. Il Papa, celebrando la messa per il Giubileo dei diaconi, ricorda “i tratti miti e umili del servizio cristiano, che è imitare Dio servendo gli altri: accogliendoli con amore paziente, comprendendoli senza stancarci, facendoli sentire accolti, a casa, nella comunità ecclesiale, dove non è grande chi comanda, ma chi serve. Così, cari diaconi, nella mitezza, maturerà la vostra vocazione di ministri della carità”.

Poi, all’Angelus, Bergoglio ricorda la Giornata Internazionale del Bambino che ricorrerà il prossimo 1 giugno e lancia un appello per la pace. “Le comunità cristiane della Siria, sia cattoliche che ortodosse, vivranno insieme una speciale preghiera per la pace, che avrà come protagonisti proprio i bambini. I bambini siriani invitano i bambini di tutto il mondo ad unirsi alla loro preghiera per la pace”, dice il Pontefice. Al termine della messa, per il troppo vento il Papa ha perso la papalina. Bergoglio non si è sottratto al consueto bagno di folla in piazza a bordo della papamobile scoperta. Ad un certo punto, le raffiche di vento hanno fatto volare via la papalina del Pontefice.

Sul no agli orari in parrocchia si registra un po’ di “divisione” tra i preti. Non per un discorso di accoglienza, quanto per questioni logistiche, a volte legate a carenza di personale e alla disponibilità delle persone, altre volte per ragioni di sicurezza. “Quel che chiede il Papa – afferma all’Adnkronos don Mauro Manganozzi, della parrocchia Nostra Signora di Lourdes di Tor Marancia, nella periferia della capitale – è possibile ma è difficile. La nostra chiesa rimane aperta dalle 8 alle 20, ad orari no stop: la gente va e viene. Persino durante la pausa pranzo c’è chi viene a pregare e non trova le porte chiuse. Ci sarà qualcuno che mette un po’ di stop ma noi siamo in prima linea e diamo una risposta a tutti, pure nelle difficoltà”.

Don Herman Marco, di origini filippine, è parroco di Sant’Alessio, (quartiere Case Rosse Roma Nord). In elenco ha lasciato anche il cellulare: “Io sono solo nella chiesa, ma cerco di rispondere sempre. Quando arrivai, la chiesa il lunedì chiudeva e io regolarmente trovavo tanti ragazzi fuori. Questo non è l’ideale per chi ha scelto di fare il prete e da allora le porte sono pressoché aperte. Quando non accade, si può sempre suonare al campanello, rispondo”. Il sacerdote riflette anche sul fatto che la chiusura di una chiesa può essere determinata da ragioni di sicurezza: “Noi abbiamo dovuto mettere la catena fuori dal cancello. A volte si deve fare i conti con il disagio legato al luogo ma, come dice il Papa, un prete deve sempre aprire anche a chi bussa fuori orario. Se chiudo l’ufficio all’ora di pranzo c’è comunque il centro di ascolto disponibile”.

Dalla parrocchia di Ognissanti, sulla Appia Nuova, don Francesco Mazzitelli, osserva: “Le richieste fuori orario non sono poi così frequenti. Noi, grazie a Dio, cerchiamo di fronteggiare in tutti i modi le richieste di chi suona. Il problema, a volte, è trovare laici disponibili. La Chiesa non è fatta solo di preti, è fatta di popolo. La disponibilità è pure legata alla collaborazione dei laici”. (ADNKRONOS)

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