12 Maggio 2016

Boom Airbnb in Italia, terzo paese al mondo. Giro d’affari pari a 3,4mld di euro

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Boom di Airbnb in Italia, con un impatto sull’economia nel 2015 pari a 3,4 miliardi di euro. Un dato record per il sito che permette a persone comuni di condividere la prima, la seconda casa, o anche solo una stanza, con ospiti provenienti da ogni angolo del globo.

(donnaclick.it)

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“L’Italia è il terzo Paese al mondo su Airbnb”, ha spiegato il country manager, Matteo Stifanelli, presentando a Roma lo studio “Fattore sharing: l’impatto economico di Airbnb in Italia”. “Abbiamo stimato quanto gli host hanno guadagnato in un anno attraverso Airbnb e quanto i viaggiatori hanno speso sul territorio nazionale”, ha sottolineato il numero uno in Italia del colosso californiano, “a Roma gli host hanno guadagnato 93 milioni di euro e i viaggiatori hanno speso in un anno circa 400 milioni”. Per gli host che hanno deciso di condividere la propria casa con chi viaggia il ricavo medio annuale è stato di 2.300 euro.

Il governo sta lavorando per mettere a punto “regole trasparenti, chiare e uniformi” per il settore dell’home sharing, ma “senza ingabbiare o ostacolare”, ha spiegato il ministro dei Beni, delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, sottolineando che non deve esserci alcun “contrasto” tra hotel e Airbnb, “sistemi che si possono integrare”. Maurizio Rossi, co-fondatore di H-Farm, il centro di sviluppo per startup che ha sede a Treviso, ha spiegato la necessità in Italia di un “cambio generazionale”, in una “nuova era nella quale i nativi digitali dovranno ridisegnare il loro mondo”.

Per Giovanni Bort, vice presidente di Confcommercio e presidente di ResCasa è “indispensabile cercare di governare fenomeni come Airbnb che portano crescita economica e sono attori dello sviluppo, ma con regole e condizioni chiare“. “Crediamo che le piattaforme digitali possano rappresentare un grande alleato per la crescita del sistema Italia e delle nostre piccole e medie imprese”, ha sottolineato il Policy Manager di Google Italia, Diego Ciulli, “nel mondo c’è fame di made in Italy, essere on-line significa avere accesso a un mercato enorme e le piattaforme come Airbnb e Google possono rappresentare lo strumento per entrare a far parte dell’economia di Internet”.

L’ex sindaco di Roma, Francesco Rutelli, ha ricordato il “suo” Airbnb. “Noi per il Giubileo del 2000 avevamo inventato Airbnb… Temevamo che prezzi degli alberghi fossero troppo alti e con una delibera stabilimmo che una famiglia potesse ospitare un’altra famiglia, la cosa non funzionò perchè non c’era Internet, nel 1999 l’uso dei social media era trascurabile”, ha ricordato Rutelli. L’ex sindaco ha spiegato che ci sono sì criticità nell’home sharing, ma soprattutto aspetti positivi. “Bisogna sconfiggere l’evasione fiscale che danneggia gli alberghi che devono affrontare spese e pagare gli stipendi dei dipendenti e in quel caso si tratterebbe di concorrenza sleale”, ha spiegato Rutelli, “ma Airbnb favorisce il turismo costruttivo e permette di valorizzare un’Italia meno conosciuta”. “L’Italia può diventare ancor di più la destinazione mondiale preferita, un fatto fondamentale in un momento in cui manca il lavoro”, ha aggiunto Rutelli, “e l’industria del turismo può crearne sempre più”. (AGI)

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