(Recensione di Pasquale D’Aiello per “storiadeifilm.it“) – “La canzone perduta” è un film di Erol Mintas, con Feyyaz Duman, Zübeyde Ronahi, Nesrin Cavadzade, Ferit Kaya e Cüneyt Yalaz. E’ uscito nelle sale cinematografiche italiane lo scorso 24 marzo.
https://www.youtube.com/watch?v=Lw4ttIo6Snc
Ali, giovane maestro, vive con l’anziana madre Nigar nell’estrema periferia di Istanbul, “casa” di numerosi rifugiati curdi costretti a lasciare i propri villaggi negli anni ’90. Nigar è convinta che tutti gli altri siano tornati al paese d’origine: tormentata, prepara ripetutamente i bagagli per farvi ritorno e poi vaga per la città, smarrita. La donna insiste a voler ritrovare una vecchia canzone tradizionale che però nessuno sembra conoscere. Ali si occupa di lei, prendendosene cura e facendo di tutto per recuperare la canzone sconosciuta, mentre cerca di trovare il tempo per lavorare e scrivere i suoi libri e non riesce a ricambiare appieno la dedizione che dimostra per lui la sua fidanzata. Quando quest’ultima resta incinta, il richiamo della terra d’origine e il desiderio di inserirsi nella realtà turca sembrano inconciliabili.
Alì, un giovane insegnante curdo, e la sua anziana madre, Nigar, sono costretti ad abbandonare il loro villaggio e ad andare ad abitare ad Istanbul. Alì ha ben vivo il ricordo di lui bambino, di quando il suo insegnante fu prelevato dalle unità speciali turche e non fece più ritorno e forse proprio per questo continua ad insegnare ad i suoi allievi una vecchia favola che ha imparato da lui.
Quando incontriamo Alì e Nigar, li troviamo alle prese con un nuovo trasloco da una periferia ad un’altra ma questo ennesimo cambiamento stravolge la vita di sua madre che comincia a perdere lucidità. E’ convinta che debba ritornare al suo antico villaggio a cui stanno tornando tutte le persone che sta perdendo di vista e ogni giorno si prepara a fare il viaggio di ritorno e chiede a suo figlio di ritrovarle il nastro di una vecchia canzone curda che nessuno ricorda più.
Madre e figlio sono il simbolo di due generazioni di curdi che sembrano aver intrapreso strade diverse. La prima… (per continuare a leggere la recensione cliccare qui –>> “storiadeifilm.it”).
© Riproduzione riservata
Vuoi lasciare un commento? | 0