1 Marzo 2016

Lombardia: il consiglio regionale respinge la mozione di sfiducia a Maroni

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(LombardiaQuotidiano) Il Consiglio regionale della Lombardia ha respinto a maggioranza (45 voti contrari, 31 favorevoli) la mozione di sfiducia delle opposizioni al Presidente della Regione, Roberto Maroni. Dopo il confronto in Aula, il parlamento lombardo, presieduto da Raffaele Cattaneo, ha dunque bocciato il documento che era stato condiviso da Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Patto Civico all’indomani degli esiti dell’operazione “Smile”, culminata con l’arresto del Presidente della Commissione Sanità, Fabio Rizzi. La mozione citava recenti fatti di cronaca giudiziaria che hanno interessato la Regione sia in termini di ordinanze che di ipotesi di reato.

Il documento è stato illustrato dal Consigliere PD, Alessandro Alfieri

Il documento è stato illustrato dal Consigliere PD, Alessandro Alfieri

Il documento è stato illustrato dal Consigliere PD, Alessandro Alfieri: a nome delle minoranze hanno poi preso la parola per primi Stefano Buffagni (M5S) e Umberto Ambrosoli (Patto Civico). Quindi il dibattito e le dichiarazioni di voto. Alessandro Alfieri, PD. “Vi condannate a una lenta agonia e i fatti recenti lo confermano. Maroni più volte ha diffidato tutti dall’accostare la sanità lombarda alla parola tangenti: oggi i fatti parlano da soli e smentiscono Maroni. Porterò legalità e trasparenza in Regione, disse al suo arrivo: missione fallita, i risultati sotto gli occhi di tutti. Grave è la responsabilità politica. Registriamo scelte errate nei modelli gestionali e nelle strutture organizzative e lacune gravi nel sistema dei controlli. Ampia copertura politica è stata data a persone che oggi sono in carcere, colpite da ordinanza di custodia cautelare e da indagini. Non si può parlare di semplici e sole responsabilità individuali: le sue dimissioni sono inevitabili, Presidente Maroni, lei non è in grado di garantire discontinuità col passato: la Lombardia non si merita l’attuale governo regionale”.

Stefano Buffagni, capogruppo Movimento 5 Stelle. “Con gli ultimi arresti nuovo fango viene gettato su Regione Lombardia. Presidente Maroni lei ha promesso discontinuità nella sanità, invece abbiamo ancora la continuità col vecchio sistema. L’arresto del presidente della Commissione Sanità Rizzi è solo la punta dell’iceberg e questo rappresenta il fallimento di questa maggioranza. La proposta di costituire l’Arac è una foglia di fico. I controlli ci sono, quei pochi che si sono fatti hanno funzionato ma voi avete disatteso le informazioni che venivano date e continuato a coprire politicamente le persone che poi sono finite sotto indagine. Per noi chi si arricchisce alle spalle dei cittadini non deve più entrare nelle istituzioni e non è degno di sedere in questa aula”.

Umberto Ambrosoli, Patto Civico. “E’ una responsabilità politica pesante la vostra, non avete voluto recidere il malaffare, non volete reciderlo. La fiducia dei lombardi è crollata, ci preoccupa soprattutto la vostra assenza di consapevolezza del problema, che dimostra quanto siate inadeguati nell’esercitare la responsabilità di governo a cui siete chiamati. Anche nelle azioni di contrasto al malaffare, prevale l’annuncio sull’efficacia dell’azione. Quello che è capitato qui in Regione Lombardia non rappresenta una macchia isolata ma una preoccupante e grave omogeneità. Va restituita ai cittadini lombardi la speranza nelle istituzioni, speranza che voi avete tradito”.

“Il Presidente ha il dovere di far rispettare le regole e consentire lo svolgimento del dibattito democratico. Così è avvenuto anche oggi” è il commento del Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo, sulle proteste nell’Aula del Pirellone, dopo che il Consiglio aveva bocciato la mozione di sfiducia indirizzata al Presidente della Giunta, Roberto Maroni. “In democrazia il dissenso è consentito, ma è ancor più necessario il rispetto di regole condivise – aggiunge Cattaneo in una nota –. Chi ritiene, dopo aver incassato una sonora sconfitta politica, di dover inscenare un triste teatrino, scambiando l’Aula per il palcoscenico delle proprie gazzarre, interrompendo i lavori dell’aula parlamentare, impedendo la parola e calpestando ogni regola, rimanda alla memoria dei peggiori comportamenti squadristi e se ne deve assumere la responsabilità politica. Un atteggiamento inquietante e pericoloso che deve far riflettere perché qualcosa di simile lo abbiamo già visto nel passato: si comincia con il contestare le ‘aule sorde e grigie’ per terminare nel peggiore dei modi” ha concluso il Presidente che alla ripresa dei lavori ha annunciato di aver convocato al termine dei lavori, una riunione dell’Ufficio di Presidenza, aperta anche ai gruppi consiliari che non hanno rappresentanti in Udp, per condividere i provvedimenti da assumere a seguito di quanto avvenuto in Aula.

Massimiliano Romeo, capogruppo Lega Nord. “La cosa più vergognosa è che viene usato il caso Rizzi per contestare la riforma della sanità. Eppure se vado a rivedere le dichiarazioni di voto fatte dalle minoranze in quest’Aula il giorno dell’approvazione della riforma trovo parole di attenzione perché alla riforma la minoranza ha dato il suo contributo. Maroni ha introdotto regole e verifiche. Oggi abbiamo le gare aggregate nella sanità e questo ci ha permesso di garantire più trasparenza e di risparmiare 169 milioni di euro. E La rotazione dei dirigenti sanitari. Dopo quello che è successo sono subito partiti controlli, ispezioni, verifiche e importanti azioni di sistema. Maroni è una guida più che autorevole anche contro la corruzione; è stato un buon ministro dell’Interno, come riconosciuto. Per questo voteremo contro questa mozione”.

Sara Valmaggi, Vicepresidente del Consiglio (PD). “Oggi chiediamo conto a Maroni della sua responsabilità politica nel non avere saputo marcare la discontinuità con il sistema Formigoni, della sua incapacità di gestire questi servizi affidati a privati all’interno di aziende pubbliche e che sfuggono ai controlli interni. Non vogliamo che Regione Lombardia escogiti un ente di controllo al giorno ma che dia gambe agli strumenti che già ci sono. Il sistema sanitario va ripensato e riformato completamente perché, come le cronache ci dimostrano, favorisce in sé il crescere del malaffare”.

Stefano Bruno Galli (Presidente Maroni Presidente). “Il problema della corruzione è un problema serio e purtroppo il dibattito di oggi è stato scialbo e di basso profilo. Le misure adottate da subito dal Presidente Maroni sono molto opportune perché di natura sistemica in quanto attaccano la dimensione culturale del fenomeno, nei diversi apparati. Oggi facciamo quadrato attorno a Maroni, il miglior Presidente che Regione Lombardia abbia mai avuto, e lo sosteniamo compatti fino al 2018 e anche dopo, garantendogli la ricarica di autorevolezza che si merita”.

Claudio Pedrazzini (Presidente Forza Italia). “Sono garantista e attendo che le gravi accuse rivolte a Rizzi vengano verificate dalla magistratura che non deve sostituirsi alla politica. E’ interesse di tutti migliorare il sistema e prevenire gli eventuali problemi, anche aumentando i controlli e istituendo una nuova Authority, che sia organismo di sintesi di tutte le altre Authority delle singole aziende. Ma occorre che tutti siano riportati alle proprie responsabilità e, rinnovando la nostra fiducia al Presidente Maroni, occorre ricordarsi che il primo controllo del politico èì l’autocontrollo

Angelo Capelli, capogruppo NCD. “Quello che è capitato è grave, è una macchia che non aiuta ad avere la fiducia dei cittadini. La mozione è però un tentativo di sovrapporre i fatti che sono capitati con le scelte politiche in sanità. NCD voterà contro, non perché ci tocca ma perché va rilanciata l’azione nel campo sanitario. La riforma sanitaria è stata frutto di un ampio dibattito avvenuto tra le forze di maggioranza che tra maggioranza e minoranza. La legge c’è, va solo applicata. Con responsabilità, chiarezza e velocità, affinché venga attuata in tutti i suoi aspetti per dimostrare che nonostante le ferite di qualcuno qui dentro c’è tante gente seria e onesta cui sta a cuore l’interesse dei cittadini”.

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