23 Gennaio 2016

LietoColle pubblica Kersti Merilaas, una delle voci poetiche estone più autentiche

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L’editore LietoColle ha pubblicato, con l’ottima traduzione di Mailis Põld, “Fidati dei tuoi occhi – Poesie scelte” (1956 -1979) di Kersti Merilaas.

Kersti Merilaas

LietoColle pubblica Kersti Merilaas, una delle voci poetiche estone più autentiche. Nata nel 1913 a Narva, una città estone vicino al confine con la Russia, Kersti Merilaas esordì nel 1938 con la raccolta di poesia Maanteetuuled (I venti della grande strada) dove si rivelò immediatamente il suo talento poetico. Seguirono altre raccolte di poesie importanti: Rannapääsuke (La rondine riparia) nel 1963; Kevadised koplid (I pascoli primaverili) nel 1966; Kuukressid (I fiori di lunaria); nel 1969 e, infine, Antud ja Võetud (Dato e Preso) nel 1981.

Kersti Nerilaas fu anche molto attiva nel campo della critica letteraria e della traduzione. Tra gli autori tradotti da lei in estone ricordiamo: Johann Wolfgang Goethe, Georg Christoph Lichtenberg, Günter Eich, Bertolt Brecht, Georg Maurer. Morì all’età di 73 anni a Tallin nel 1986.

Merlaas ha la capacità di dipingere sulla pagina ciò che guarda ed accoglie dentro di sé.

“Vedi, sul crinale dell’altura/ contro il fulmine della primavera in fermento/ tre fragili betulle in verde oro -/ tre ragazze sulla porta della sala da ballo./ E sopra le betulle, l’alto/ arcobaleno iridescente; una parte/ sta bevendo dal lago e l’altra dal fiume./ Una cosa bella, no? Ehi, ragazzo,/ afferralo,/tiralo giù,/ annodalo!/ Prima che sparisca.” (Un ragazzo e l’arcobaleno)

Questa estrema facilità nel portane sulla pagina in poesia tutto ciò che lo sguardo riesce a cogliere in certi momenti magici rendono il suo fare poetico originale e coinvolgente …

“Trovai tra la segala un fiore,/ un tardivo bocciolo,/ ultimo balocco dell’estate/ di un azzurro profondo.// La calda polvere del grano/ cadeva sulle guance,/ mi colpì il tuo sguardo/ serio, triste.// Sullo stretto sentiero/ reclinati gli steli,/ la semplice premura per il pane/ ecco il racconto di un fiordaliso.// Vorrei cantare grazie /al grigio suolo,/ premere le mie labbra/ su una mano d’oro.”(Fiordaliso)

Ha ragione Mailis Põld quando scrive nella nota introduttiva che con Kersti Merilaas “ forse si è chiuso un modo di poetare, di intendere la poesia come un atto assoluto di fiducia totale, senza dover mai ricorrere ai nascondimenti, ai giochi manieristici o ad accenti troppo intellettualizzanti”.

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