1 Luglio 2015

Migranti, il naufragio di una speranza

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(Un articolo di Daniele Foderà) – “Rimandiamo indietro i barconi!” “Aiutiamoli a casa loro!” “E’ un’invasione!” Prima di aprir bocca, mia madre mi ha sempre insegnato a sostenere le mie argomentazioni con il supporto di buone motivazioni, opinioni di personalità autorevoli e dati ufficiali.

(blog.gmfus.org)

(blog.gmfus.org)

Secondo i dati pubblicati dall’UNHCR, l’Italia ha ricevuto oltre 170.000 arrivi nel 2014 a una media sorprendente di 14.200 arrivi al mese o, posta in altri termini, più di 460 arrivi al giorno. Nei primi cinque mesi del 2015, nonostante le condizioni meteorologiche avverse, in tutto 46.500 rifugiati e migranti hanno tentato l’attraversamento del Mediterraneo, un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Con l’ormai imminente calda stagione, come di consueto, gli sbarchi aumenteranno, potendo arrivare a sfondare il precedente record di 170.000 arrivi.

I richiedenti asilo sono una componente importante di questo tragico flusso di arrivi, pari a quasi al 50 per cento del totale. Il numero di siriani ed eritrei arrivati via mare in Italia nel 2014 è aumentato di oltre il 250% rispetto al 2013. Questa tendenza crescente è evidente anche nel primo mese del 2015. Nel 2014, l’Italia ha registrato una forte crescita nel numero di persone che richiedono protezione internazionale, primi fra tutti infatti siriani ed eritrei, scappati i primi da una terribile guerra e i secondi da una delle più cruente dittature al mondo. Il nostro Paese ha registrato circa 65.700 richieste di asilo, 140% in più rispetto al totale del 2013.

Inoltre un numero sempre crescente di donne, bambini e anziani si imbarcano per raggiungere le nostre coste. Finora nel 2015 sono arrivati circa 2.600 minori, 1.700 dei quali erano non accompagnati. Nel 2014, oltre 26.000 minori sono arrivati via mare in Italia, di cui almeno 13.000 non accompagnati.

Tutte queste cifre, questi numeri e queste percentuali, altro non sono che esseri umani in fuga dalla propria terra a causa di guerre, dittature e fame e che si riversano per la quasi totalità sulle coste siciliane. Un fenomeno terribile, Amnesty International parla di una emergenza umanitaria che non ha eguali dal dopoguerra.

Una situazione però che gestita ad arte da certa politica nostrana, riesce a cambiar forma: trasforma i richiedenti asilo in invasori, i nullatenenti in vacanzieri e i migranti in criminali. La complessità della questione viene colpevolmente ridotta ai minimi termini e imbrigliata con dei facili slogan per infondere nella popolazione italiana sentimenti di terrore e insicurezza con l’unico obiettivo di trasformare la paura in voti. Una esposizione mediatica senza pari ha permesso al populismo più becero di riempire le nostre orecchie di frasi fatte e infarcite di facile demagogia.

Tuttavia se, per un attimo, tappiamo le orecchie e apriamo gli occhi, possiamo leggere i dati rilasciati dal ministero dell’Interno. Nel 2013 su un totale di 22.118 migranti sistemati in strutture temporanee, nei Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo (CARA) e nelle strutture del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati (SPAR), il 55% erano distribuiti in Sicilia. Nel 2014 su un totale di 66.066 migranti, il 22% erano in Sicilia e a Febbraio 2015 su un totale di 67.128 migranti, il 21% sono ospitati in Sicilia, per un totale quindi di 14.000 presenze. Il Veneto del Presidente Zaia e la Lombardia del Presidente Maroni invece, sempre a Febbraio 2015, ospitano rispettivamente il 4% (2.494 migranti) e il 9% (5.863 migranti) del totale degli arrivati.

Sicilia, Veneto e Lombardia: mai come adesso questo tre regioni sono state così distanti tra loro. O meglio: mai come adesso la Sicilia è così distante da loro. E non solo in termini di distribuzione dei migranti. Se raffrontiamo le cifre demografiche ed economiche di queste tre regioni vediamo che: Con 10 milioni di abitanti, il PIL della Lombardia è di 337.161 milioni di euro e il PIL pro capite è di 33.900 euro. Con 5 milioni di abitanti, il PIL del Veneto è di 149.527 milioni di euro e il PIL pro capite è di 30.200 euro. Invece con 5 milioni di abitanti il PIL della Sicilia è di 83.956 milioni di euro e il PIL pro capite è di 17.488 euro.

Risulta lampante che il peso dell’accoglienza non è distribuito equamente tra le regioni. Secondo il criterio della proporzionalità con la popolazione residente e con il PIL regionale, la Sicilia dovrebbe avere molti meno migranti e, di contro, Lombardia e Veneto molti di più.

E invece la Sicilia, lontana dai riflettori, abbandonata dalla politica, incapace di far sentire la propria voce e fagocitata dall’onnipresente retorica leghista, si ritrova costretta a sostenere, da sola, un quarto della pressione migratoria: quasi sei volte quella del ricco Veneto e quasi 3 volte quella della ricchissima Lombardia.

Per qualche voto in più distorcono la realtà, alterano le percezioni, fomentano le paure e giocano con la vita e le speranze dei migranti.

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