14 Ottobre 2014

Google celebra con il Doodle il 108esimo anno dalla nascita di Hannah Arendt, filosofa del pluralismo e della democrazia diretta

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“Tutti i fatti possono essere cambiati e tutte le menzogne rese vere. La realtà è diventata un agglomerato di eventi in continuo mutamento e di slogan in cui una cosa può essere vera oggi e falsa domani”. Così scriveva Hannah Arendt negli anni Quaranta, dimostrando quella sensibilità moderna che la porterà a battersi per il pluralismo e la democrazia diretta, e a rivendicare il suo pensiero indipendente e la discussione politica libera. Alla filosofa, storica e scrittrice tedesca nata ad Hannover il 14 ottobre 1906 e naturalizzata statunitense, Google dedica il Doodle di oggi, che ne celebra il 108esimo anno dalla nascita.

Il Doodle di Google, dedicato ad Hannah Arendt (google.com)

Il Doodle di Google, dedicato ad Hannah Arendt (google.com)

Il ricordo di Hannah Arendt, sul Doodle di Google, nata il 14 ottobre 1906. Nella home page di Google, come in una foto d’altri tempi un po’ ingiallita, Hannah Arendt appare sorridente mentre scrive tra i suoi libri. La privazione dei diritti civili e le persecuzioni subite in Germania a partire dal 1933 a causa delle sue origini ebraiche contribuirono a far maturare in Hannah Arendt la decisione di emigrare. Il regime nazista le ritirò la cittadinanza nel 1937, quindi rimase apolide fino al 1951, anno in cui ottenne la cittadinanza statunitense. Lavorò come giornalista e maestra di scuola superiore e pubblicò opere importanti di filosofia politica.

Le sue opere di “teoria politica”. Rifiutò sempre di essere etichettata come filosofa e preferì che la sua opera fosse descritta come teoria politica piuttosto che come filosofia politica. Arendt difese il concetto di “pluralismo” in ambito politico. Grazie al pluralismo, il potenziale per la libertà politica e l’uguaglianza tra le persone si sviluppano. Spesso tuttavia continua a essere studiata soprattutto come filosofa per le sue preziose analisi critiche su filosofi come Socrate, Platone, Aristotele, Immanuel Kant, Martin Heidegger, Karl Jaspers.

Come fonti delle sue disquisizioni utilizzò oltre a documenti filosofici politici e storici, anche biografie e opere letterarie. Il suo sistema di analisi – in parte influenzato da Heidegger, di cui fu studentessa all’università di Marburgo e con cui ebbe una relazione clandestina, finita quando scoprì le sue simpatie per il nazismo, contribuirà a renderla una pensatrice originale e trasversale ai diversi campi del sapere e specialità accademiche.

I lavori di Hannah Arendt riguardarono la natura del potere, la politica, l’autorità e il totalitarismo. Tra le opere principali, ‘Le origini del totalitarismo’ (1951), in cui tracciò le radici dello stalinismo e del nazismo e le loro connessioni con l’antisemitismo; ‘Vita Activa. La Condizione umana’ (1958); ‘La banalità del male – Eichmann a Gerusalemme’ (1963). Hannah Arendt morì il 4 dicembre 1975 per un attacco cardiaco e fu sepolta al cimitero del Bard College, in Annandale-on-Hudson, New York. (AGI)

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