8 Maggio 2014

Per l’83% degli italiani l’effetto “car sharing” è ottimo per il trasporto cittadino

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L’auto resta il mezzo di trasporto preferito degli italiani (il 75% ne possiede una) ma il panorama è in rapida evoluzione. Basti pensare che per l’83% il car sharing avrà effetti importanti sulla mobilità cittadina.

(dailyslow.it)

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A tracciare il quadro è uno studio sulle nuove forme di smart mobility che Deloitte ha condotto con l’Associazione Nazionale Industria dell’Autonoleggio e Servizi Automobilistici di Confindustria dal titolo “Noleggio e Car Sharing al centro dello sviluppo della smart mobility cittadina, aziendale e turistica”. La ricerca, condotta nei primi mesi del 2014, ha analizzato il contesto statunitense e quello italiano (con un campione complessivo di quasi 3.000 unità) studiando atteggiamenti di cittadini, aziende del settore del noleggio veicoli e fleet manager (gestori di flotte aziendali). Al fine di tracciare le tendenze della mobilità nei prossimi anni, lo studio ha analizzato in particolare le opinioni di tre generazioni: la “generazione Y” (compresa tra i 14-32 anni), la “generazione X” (33-49 anni) e i “baby boomers” (50-70 anni).

La ricerca prende le mosse dall’individuazione delle principali ragioni che, nell’attuale difficile contesto economico, spingono le nuove generazioni a non comprare più l’auto: su tutte l’elevato costo di acquisto del bene, le spese di mantenimento (in primis assicurazione), manutenzione e quelle relative al carburante. Tali concause stanno determinando un crescente interesse per i mezzi pubblici e per le nuove soluzioni di smart mobility, decisamente meno onerose. Nonostante tutto, oggi l’auto resta comunque il mezzo di trasporto preferito (3 su 4 intervistati ne possiede una).

Il panorama è comunque in rapida evoluzione, anche nel nostro Paese. Il 63% del campione si dichiara favorevole all’utilizzo di mezzi di trasporto “alternativi”, mentre nei prossimi 5 anni si stima che crescerà del 15% l’utilizzo di nuove forme di mobilità per spostamenti di routine. La “generazione Y” è particolarmente interessata ai modelli di trasporto alternativi se affidabili (57% del campione). In particolare in Italia il 28% utilizzerebbe volentieri servizi di car sharing, se disponibili nella propria città (la percentuale sale al 42% negli Usa) e ancor meglio se supportati e se gestibili attraverso le nuove tecnologie: il 46,8% dei più giovani, infatti, utilizzerebbe applicazioni dal tablet o smartphone per pianificare i propri percorsi.

L’approdo in Italia negli ultimi mesi di numerosi nuovi operatori, soprattutto nelle due metropoli di Milano e Roma, ha contribuito ad aumentare la conoscenza del car sharing: il 64% dei clienti finali dichiara di essere informato e interessato al car sharing, mentre il 28% ha già utilizzato il servizio. Oltre l’88% degli operatori del settore del noleggio veicoli dichiara di essere molto informato e interessato al car sharing, mentre il 60% ritiene che avrà un ruolo chiave nello scenario della mobility.

La ricerca mette in luce come le armi vincenti dell’offerta di auto condivisa siano soprattutto tre: l’economicità, la flessibilità e accessibilità del servizio. I valori medi più elevati delle risposte (in una scala di gradimento da 1 a 5) vengono registrati dalle voci “semplicità ed efficienza nella prenotazione” (4,39), “convenienza economica” (4,3) e “possibilità di usufruire di specifiche tariffe convenzionate” (3,92). In particolare, le nuove generazioni si mostrano tre volte più interessate al servizio di mobilità rispetto al “prodotto” automobile. Tra gli aspetti essenziali della gestione del servizio, la libertà di riconsegna del veicolo ottiene il maggiore gradimento (4,2 in media). Scarsa rilevanza viene attribuita dagli intervistati alle voci relative al contributo alla riduzione delle emissioni di Co2 e alla possibilità di scegliere il modello preferito di vettura.

Lo studio si sofferma anche su altre due nuove forme di mobilità cittadina, in fase di graduale diffusione: il car pooling (condivisione dell’auto per un determinato percorso con il fine principale di ridurre i costi del trasporto) e il cosiddetto “peer to peer” (il processo con cui un proprietario di un’auto mette il proprio veicolo a disposizione degli altri in affitto per brevi periodi di tempo). Queste forme cominciano ad essere attrattive per il cliente finale. Fleet manager e società di noleggio mostrano un lieve interesse per il car pooling, rispettivamente il 23% e il 30% dichiara che lo utilizzerà nei prossimi 6 mesi. La percentuale sale al 60% tra i clienti finali. Gradimento inferiore riscuote il “peer to peer”, che viene però valutata dal 39% della “generazione Y” come una forma di mobilità attrattiva.

Il coinvolgimento/partnership con un operatore del renting nell’offerta di car sharing è ritenuto un punto di forza del servizio secondo il 54% dei clienti finali, il 60% delle società di noleggio e l’81% dei fleet manager. I dati raccolti nella ricerca evidenziano come il car sharing non venga percepito da utenti e aziende come un’alternativa al noleggio, ma piuttosto un’opportunità per un’offerta integrata di servizi in grado di rispondere alle diverse esigenze di mobilità. Il 90% dei gestori di flotte, infatti, si dichiara interessato a un’offerta di noleggio integrata con pacchetti di servizi di car sharing, l’80% delle società di noleggio considera il car sharing come un partner per offrire servizi integrati di mobilità, mentre il 70% dei clienti finali è interessato a un’offerta che integri le due formule.

(adnkronos.it)

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