7 Maggio 2014

L’amministrazione di Luino e Regione Lombardia contro le slot-machine, ma per quale ragione le sale slot hanno preso il sopravvento?

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Centri scommesse e macchinette “mangia-soldi”: prima sono state regolamentate ed ora, solo qualche anno dopo, sono diventate un vero e proprio disagio sociale. Così associazioni e cittadini, per primi, sono da anni che denunciano questo problema, ed ora Regione Lombardia si sta facendo promotrice di politiche mirate a trovare soluzioni per rimediare alla diffusione, senza controllo, del gioco d’azzardo. Qual è la situazione a Luino e più in generale in Italia e Lombardia? IMG_1359 Si è creato un proprio disagio sociale, che colpisce le fasce più disperate della nostra popolazione, attratta sempre più dallo spendere i propri soldi, spesso esigui, cercando fortuna nel gioco d’azzardo: gratta e vinci, sale slot e centri scommesse. Questo non avviene solo in Lombardia, o solo a Luino, ma in lungo e largo per tutta la nostra Penisola. Regione Lombardia, però, insieme all’Anci, si sta facendo promotrice di una “politica” diversa per porre fine all’espansione irrefrenabile di queste floride attività di denaro, provando a rendere meno accessibili le autorizzazioni, per limitare le aperture di questi centri.

In un quadro come questo, un paese “piccolo” come Luino negli ultimi anni ha visto questa “moda” prendere il sopravvento con l’apertura di ben tre centri scommesse, solo in centro: uno in via Cairoli, uno in via XXV Aprile ed uno in viale Dante Alighieri. La situazione, a livello socio-economico, è realmente preoccupante a causa del costante aumento di “giocatori” che ha coinvolto una considerevole fascia di popolazione e così, proprio per questa ragione, il Consiglio Regionale della Lombardia ed il governatore Roberto Maroni, si sono mossi per contrastare questo problema. “L’autorizzazione ad aprire altre sale slot – spiega il presidente Maroni – terrà conto delle peculiarità che ogni territorio locale possiede. Noi, come Regione, metteremo a disposizione delle amministrazioni comunali strumenti tali per contrastare questo fenomeno, la ludopatia, che desta sempre più preoccupazione.” “Sono pienamente d’accordo con il governatore Roberto Maroni – spiega il sindaco di Luino, Andrea Pellicini, dalle pagine de “La Provincia di Varese” -. Fosse per me, vieterei completamente il gioco e le slot, che sono una vera piaga sociale che colpisce le fasce più deboli e fa ricadere i costi sui servizi dei comuni.”

Sono previste, in questo senso, alcune direttive regionali di tipo urbanistico, amministrativo e, soprattuto fiscale, che finora sono state regolamentate da una normativa statale che si è rivelata del tutto “inefficace”, facendo prorompere la distribuzione di queste sale slot e videopoker in Lombardia come in tutto il Paese. Questo ha comportato un aumento sconsiderato della patologia ludopatica che si è portata dietro sé in un infinito ventaglio di drammi sociali. L’interessamento regionale è fondamentale, al fine di porre al centro delle normative i Comuni come enti in grado di captare e recepire ogni singolo aspetto in questione. La centralità dei Comuni sembra proprio essere necessaria per regolare questo disagiante fenomeno sociale.

Come mai si parla così tanto di gioco d’azzardo? Fino ai primi anni ’90 lo Stato ha adottato una politica di contenimento con la quale le autorizzazioni, i controlli e la repressione del gioco d’azzardo, fuori dai vincoli legislativi, erano compito del Ministro degli Interni perché l’azzardo era visto come un “disvalore etico-sociale” ed un problema di pubblica sicurezza. Gli unici giochi permessi, infatti, erano il Lotto, il Totip, il Totocalcio, le varie Lotterie e vi era la presenza di solo quattro casinò nel territorio nazionale. A partire dal 1992, con i governi Amato e Ciampi si è passati alla fase di fiscalizzazione per evitare la Bancarotta dello Stato Italiano. Così facendo l’azzardo da “disvalore etico-sociale” è diventato grande “fonte di entrate erariali”. Effetti collaterali? L’inizio del fenomeno della ludopatia e l’aumento dell’evasione fiscale legato a questo settore. La svolta definitiva però è arrivata nel 2003, con il Governo Berlusconi, quando sono stati riformati i Monopoli facendoli diventare AAMS, Amministrazione Autonoma Monopoli di Stato. Questa mossa ha stravolto completamente il senso di “disvalore etico-sociale” e ha posto l’azzardo sotto una visione totalmente diversa: un mercato da incentivare. IMG_1358 Questo risultato è arrivato dopo anni di decreti legge a partire dal 1997 con l’introduzione della doppia giocata di Lotto, Superenalotto e delle Sale Scommesse. Se nel 1999 sorgevano le prime sale Bingo, nel 2003 venivano introdotte le prime slot machine. Nel 2005, inoltre, è stata inserita la terza giocata del Lotto e l’entrata in commercio delle scommesse Big Match. Una “rivoluzione” in questo senso, però, si è verificata tra il 2007 ed il 2008, quando sono stati promossi giochi che “raggiungono l’utente” (sms, telefonia, digitale terrestre) e quanto è stato legalizzato il gioco d’azzardo online, seppur solo in forme di “torneo”.

Tutte queste decisioni politiche, a livello legislativo, hanno permesso allo Stato Italiano di guadagnare in maniera considerevole e costantemente cifre sempre più alte. Nel nostro Paese, infatti, – come spiega nel dettaglio un’inchiesta de “Il Fatto Quotidiano” (marzo 2013) – secondo i dati elaborati dall’Agenzia stampa Gioco Pronostico e Scommesse ci sono 372.467 new slot e 50.556 Videolottery (Vlt), per un totale di 423.023 apparecchi. Nel 2013 sono finiti nelle macchinette 48,5 miliardi di euro (-0,4% rispetto ai 48,7 miliardi del 2012) e la spesa effettiva dei giocatori al netto delle vincite è stata di 8,3 miliardi (-9,8% rispetto ai 9,2 miliardi del 2012), mentre l’erario ha incassato 4,32 miliardi. Secondo i Monopoli, nel 2013 l’erario ha guadagnato sulle slot 3,2 miliardi di euro, mentre 3 miliardi sono andati alla filiera degli operatori. Nello stesso anno, per le vlt sono andati allo Stato 1,1 miliardi di euro circa, mentre concessionari e gestori di sala hanno incassato 1,4 miliardi. Complessivamente le casse pubbliche hanno quindi messo in tasca il +4% rispetto ai 4,15 miliardi del 2012.

Il disturbo ludopatico annualmente colpisce migliaia di giocatori d’azzardo in Italia, che indebitandosi sulle proprie spalle mettono sul lastrico le loro famiglie ed in taluni casi provocano anche incredibili drammi umani.

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