29 Agosto 2013

Cerimonia d’apertura 70esimo Festival di Venezia – Bertolucci: “Il cinema non può cambiare il mondo ma può crearlo un mondo”

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“Penso ai dieci giorni di passione che ci aspettano. Ho le mie preferenze ma certamente non posso sbilanciarmi.” Queste le parole di Alberto Barbera, Direttore Artistico della Settantesima Mostra del Cinema di Venezia al giovane corrispondente di Rai Movie prima della cerimonia di apertura.

Il regista Alfonso Cuarón di Gravity, con gli attori Sandra Bullock e George Clooney (labiennale.org)

Il regista Alfonso Cuarón di Gravity, con gli attori Sandra Bullock e George Clooney (labiennale.org)

La selezione delle opere partecipanti, spiega Barbera, avviene per circa due mesi in cui dalle otto di mattina a mezzanotte, insieme ad altri sette esperti, ha visionato migliaia di film, per poi sceglierne una sessantina. Il sogno di ogni cineasta che si rispetti. Sul film di apertura, il fantascientifico Gravity diretto da Alfonso Cuarón e fuori concorso, il Direttore rivela di ritenerlo un grandissimo colpo di fortuna, una pellicola straordinaria.

Alle 19:02 però iniziano le danze e non tanto quelle dei grandi schermi delle sale della Biennale ma quelle delle scarpe nere e lucide di George Clooney e dell’elegantissimo abito rosso, in armonia con il red carpet, di Sandra Bullock, i protagonisti di Gravity. Perchè sì, in fondo, mettendo da parte un pò il puro intellettualismo, ciò che rende intrigante un Festival è anche l’atmosfera creata da divismo e cornici speciali, come quella di Venezia. Clooney e Sandra Bullock, con autografi e foto ricordo, si concedono ai fan urlanti ai bordi del red carpet. Urlanti perchè poi? Conosceranno vagamente la filmografia dei divi in questione?! L’intellettualismo qui, non può essere messo da parte, un pc autografato da Clooney non può avere ragione di esistere solo per venerazione sensuale adolescienziale.

Scattate le foto di rito, le telecamere si spostano all’interno della Biennale. Eva Riccobono, modella appassionata di recitazione e con un talento cinematografico per fortuna meno discutibile di quello di Eva Herzigova, madrina della Mostra, fa la sua comparsa sul palco. Presenta con delicatezza e visibile emozione la Settantesima edizione puntando l’attenzione sul lato sognante e fiabesco del Cinema, sostenendo che la sua essenza sia proprio il sogno, ma sottolineando anche che i film presentati quest’anno sono opere attuali, realistiche e sociali perché il Cinema è anche elaborazione della realtà. “Sarà una rassegna sobria” afferma la Riccobono, quasi come se volessero sempre rassicurarci sul fatto che della famigerata crisi non se dimentica mai nessuno.

Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia, ricorda invece la bella iniziativa promulgata da Alberto Barbera. Settanta stimati registi hanno girato piccoli corti da offrire alla Mostra del Cinema, per celebrarne i suoi settant’anni, corti che poi verranno resi disponibili per il pubblico. Dopo i ringraziamenti al Ministero dei Beni Culturali e all’Amministrazione Comunale di Venezia per gli stanziamenti che permetteranno alla Biennale di riqualificare la storica Sala Darsena, Baratta ringrazia i giornalisti presenti alla manifestazione, duemila italiani e mille stranieri che permetteranno al pubblico di godere del Festival con il loro lavoro.

Il regista Francesco Rosi alla serata di pre-apertura del Festival di Venezia di ieri sera (labiennale.org)

Il regista Francesco Rosi alla serata di pre-apertura del Festival di Venezia di ieri sera (labiennale.org)

Ricordando inoltre la serata di ieri sera, in cui è stato proiettato il restaurato Le mani sulla città il Presidente e i presenti in sala omaggiano con un lungo applauso il regista Francesco Rosi.

Poi, finalmente, la settima arte prende il sopravvento con la proiezione di due dei corti omaggio di questa edizione, quello di Bernardo Bertolucci, Presidente della giuria del concorso internazionale e quello di Paul Schrader, Presidente della sezione Orizzonti.

Particolarmente emozionante l’opera di Bertolucci, The red shoes, girata ad altezza gambe, quelle del Maestro, costretto in carrozzina. Ed è proprio Bernardo Bertolucci, pluripremiato regista, sceneggiatore, produttore e attore a meritarsi l’applauso più chiassoso dei presenti che lo accolgono alzandosi in piedi, perché Bertolucci con pregi e difetti, con la propria poetica e con un filo di snobbismo, ma tanta sapienza cinematografica, rende orgoglioso un Paese, l’Italia, in cui del Cinema sembra che ce ne si ricordi soltanto su un tappeto rosso.

Bernardo Bertolucci, presidente della giuria Venezia 70 (labiennale.org)

Bernardo Bertolucci, presidente della giuria Venezia 70 (labiennale.org)

Alberto Barbera presenta, infine, i giurati delle sezioni, Venezia 70, Orizzonti e Opere Prime ma l’attenzione e il senso di questa cerimonia d’apertura rimangono aggrappate proprio alle parole di un emozionato Bertolucci: “Il cinema non può cambiare il mondo ma può crearlo un mondo”.

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