(di Claudio Ferretti – www.varesenoi.it) Incontriamo Arianna Di Claudio, classe 2001, nella sua Besozzo per una chiacchierata incentrata soprattutto sul suo rapporto con il nostro territorio, le sue tradizioni e i suoi sapori, visto che il successo nel mondo dello spettacolo l’ha portata a trasferirsi a Roma.
Arianna ha un viso solare, che si irradia ancora di più quando parla delle sue origini e del suo lavoro di attrice, musicista e di artista a tutto tondo: è figlia d’arte, la mamma Silvia Sartorio è regista e insegnante di teatro e attualmente vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Besozzo.
Il papà è Costantino Di Claudio, popolare chef: insomma c’è molta arte nella famiglia di Arianna che è arrivata alla ribalta del successo a livello nazionale grazie alla non facile interpretazione del ruolo di Roberta, prima moglie di Peppino Di Capri nella fiction trasmessa da Rai Uno e dedicata al grande cantante campano.
Arianna lei è una besozzese doc, che parole utilizzerebbe per presentarsi?
Semplicemente così: sono una femmina di lago. Sono nata a Besozzo e sono innamoratissima del mio paese, sono fiera di essere besozzese e quando a Roma nelle interviste mi chiedono se sono nata a Milano la mia risposta è no. Chiedo sempre di scrivere che sono nata a Besozzo e ci tengo sempre a specificarlo.
Il trasferimento a Roma insomma non ha indebolito questo legame forte con le sue origini varesotte.
È un legame strettissimo quello con il mio paese, conservo tanti ricordi e tanti emozioni legate alla mia infanzia. Anche adesso che prevalentemente vivo a Roma, quando arrivo a casa a Besozzo, mi sembra di vivere in un altro mondo, dove c’è una serenità straordinaria. Stare nel mio paese mi è anche utile nel lavoro quando ho bisogno di immedesimarmi in un ruolo legato alla tranquillità che il nostro territorio offre con i suoi tramonti, i suoi colori, il suo lago, che mi aiutano ad entrare nello stato d’animo giusto.
Un ricordo particolare della sua infanzia besozzese?
Ne avrei mille, uno in particolare riguarda il mio fortissimo legame con Sant’Antonio e con la sua chiesetta che si trova a due passi da casa mia nel centro storico. I miei ricordi sono legati alla festa dedicata a questo santo, che in un certo senso era il mio Natale. Poi da piccolissima mia mamma, appassionata di teatro e di musica, mi mandò a studiare pianoforte e canto alla scuola civica di musica di Olginasio “Isabella Pellegrini”. A Besozzo conservo amicizie e tanti affetti cari.
Come si trova a Roma?
Roma è una città speciale, meravigliosa, unica. Ti fa immergere in una realtà diversa, di dà sensazioni uniche straordinarie e io ci sto alla grande, non mi manca nulla. Per coloro che vogliono intraprendere una carriera legata alla cultura al cinema e al teatro, Roma offre molteplici occasioni per provini, studi e approfondimenti. Ci sono molteplici opportunità.
Come ha iniziato a fare l’attrice?
La passione e l’entusiasmo per questo lavoro mi sono stati trasmessi da mia mamma Silvia che è stata importantissima con i suoi insegnamenti. Mi portava sin da piccola sempre alle rassegne teatrali e sono da sempre cresciuta con i suoi amici attori. Poi ho iniziato a fare l’attrice cantante grazie a Cesareo che è il chitarrista di Elio e le Storie Tese; lui mi aveva scoperta mentre suonavo in una band e poi grazie a lui ho fatto i primi provini per una serie tv della Disney.
Qualche ricordo da attrice legato alla tua fanciullezza?
Un’esperienza fatta con il regista Andrea Chiodi con lo spettacolo al teatro Apollonio dal titolo Domenichino Zamberletti. Ero piccolina, ricordo che amavo stare dietro le quinte e prendere le rincorse per uscire sul palco.
Le piacerebbe girare qualche film o fiction sul territorio della provincia di Varese?
Assolutamente sì è un mio sogno, sul nostro territorio ci sono tante storie da raccontare. Le storie di lago mi affascinano, ci sono personaggi e luoghi che sono veramente emozionanti e pittoreschi, direi da cartolina. Portare sullo schermo queste realtà sarebbe bellissimo.
Quale consigli darebbe ad un ragazzo o ad una ragazza che si volesse approcciare al mondo del cinema?
Trovare i giusti maestri, individuare dei punti di riferimento, seguirli e copiare il più possibile i bravi maestri, meglio ancora “rubare il mestiere”, come in tutti i lavori. Non scoraggiarsi davanti ai primi insuccessi ma crederci e perseverare sempre nel raggiungere l’obiettivo. Poi quando arriverà il primo copione studiare tantissimo il personaggio che devi interpretare.
Come ha fatto lei con Roberta nel ruolo della prima moglie di Peppino di Capri?
Ho avuto due mesi di tempo per preparami e per cercare di mettermi nell’ottica del personaggio. Mia mamma mi ha regalato un libro sulla storia di Capri negli anni Sessanta e insieme abbiamo fatto un lavoro di ricerca, di come si viveva a quel tempo in quel luogo paradisiaco. Roberta era una ragazza ludopatica ed io ho studiato i vari effetti collaterali, era analfabeta ed ho cercato di capire cosa vuol dire vivere senza saper scrivere e leggere. Ho cercato di osservare la moda di quel periodo e tantissime fotografie, poi nella mia ricerca ho trovato anche racconti storici dei capresi e della famiglia. Questo lungo percorso di studio mi ha giovato, perché sono arrivata al provino con un costume d’epoca degli anni Sessanta che il regista ed il casting hanno molto apprezzato. Poi sinceramente devo anche ringraziare il mio agente Gianni Chiffi che è fenomenale, e la mia mamma che si è da sempre fatta in quattro.
Quanti giorni è stata a Capri?
Non molti, una decina. Durante il set e le prove mi sono trovata bene con i capresi, tutti erano entusiasti di far vedere il luogo del loro beniamino e quindi ci davano tantissimi suggerimenti sui vari personaggi. Pensate che nei momenti liberi quando camminavo per Capri la gente mi chiama Roberta. È stato un luogo magico in un momento magico.
Per concludere questa chiacchierata, visto che abbiamo parlato molto finora di mamma Silvia, ci dice qualcosa del papà chef Costantino? Qual è il suo piatto preferito?
Papà nella sua Osteria prepara tanti piatti ed io quando posso gli assaggio tutti, questo è quello che mi manca di più insieme all’aria di casa. Il misto dei mille sapori che papà crea alla ricerca di una pietanza particolare. Quando torno da Roma a Besozzo la prima cosa che comunque chiedo al mio chef è l’ultima novità del risotto, il mio piatto preferito.
© Riproduzione riservata
Vuoi lasciare un commento? | 0