(A cura di “La Varese Nascosta”. Dal sito www.varesenoi.it) Torna l’appuntamento con la rubrica dedicata alla storia, agli aneddoti, alle leggende e al patrimonio storico e culturale di Varese e del Varesotto in collaborazione con l’associazione La Varese Nascosta. Ogni sabato pubblichiamo un contributo per conoscere meglio il territorio che ci circonda.
Oggi andiamo indietro al 24 aprile del 1963, quando venne inaugurato l’impianto di risalita di Laveno Mombello.
L’impianto di risalita a fune di Laveno Mombello porta in circa 15 minuti dal centro di Laveno verso la vetta del monte Sasso del Ferro, raggiungendo la località “Pizzone”, impropriamente detta “Poggio S.Elsa”, e prende così il nome della moglie del primo costruttore, un imprenditore di Legnano. Da questo punto si gode di una vista mozzafiato sui laghi varesini, ed in particolare sul Lago Maggiore.
L’idea di un impianto di risalita, venne al ragioniere Mario Bianchi, mentre l’avvio dei lavori di costruzione risale al 1960, a seguito del reperimento dei terreni necessari. Ci fu un’importante donazione da parte della famiglia Terruggia, che cedette il proprio terreno per una simbolica cifra di una lira ed ottenne un mai rispettato privilegio di accesso perpetuo all’impianto di risalita.
Altri terreni vennero messi a disposizione dal comune e da privati. Il primo impianto venne costruito dalla ditta Telemeccanica Atesina, per un gruppo di azionisti dell’epoca. Impianto che poi venne revisionato dalla ditta Panzeri di Milano che ne cambiò i cestelli per il trasporto delle persone. L’impianto venne inaugurato nella primavera del 1963, il 24 di aprile.
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