Video, interviste, testi e foto raccontano, nella mostra “AZER – L’impronta di Dio. Un monastero nel cuore della Siria”, lo stupore per la straordinaria vicenda di alcune trappiste del monastero di Azer, in Siria.
L’esposizione, organizzata dal Centro Culturale San Carlo Borromeo e dalla Comunità Pastorale “Madonna del Carmine” di Luino, già presentata all’ultima edizione del Meeting di Rimini, aprirà i battenti giovedì 4 aprile a Palazzo Verbania, dove sarà visitabile fino all’11 aprile.
Giovedì, alle 21.00, si terrà anche l’inaugurazione con la presenza di Alberto Mazzucchelli, Marco Pippione e Alberto Scotti.
Quasi vent’anni fa alcune monache dell’abbazia di Valserena aderirono alla proposta dell’abate generale dell’Ordine di dare vita a un convento di clausura in Siria, dove nei primi secoli dell’età cristiana era nata l’esperienza monastica, una regione che all’alba del Terzo Millennio era esempio di pacifica convivenza fra genti di religioni diverse. Con fede, pazienza e fatica, le monache si sono insediate ad Azer, provincia di Homs, sede di vicende drammatiche, non lontano dal confine con il nord del Libano, in una zona abitata da sciiti e sunniti, con l’eccezione di due piccoli villaggi cristiani.
Nel marzo 2010, lo scoppio della guerra ha provocato devastazioni enormi, infiniti morti e l’esodo di milioni di persone; dal marzo 2020 il Covid; poi nel settembre 2022 un’epidemia di colera; infine, nel febbraio 2023, il terremoto. In questo lungo e drammatico periodo le monache non sono mai venute meno al loro impegno di presenza orante e gratuita, tessendo legami di amicizia con la popolazione locale, composta prevalentemente da musulmani, continuando ad essere testimoni credibili e segno di speranza per tutti e la mostra racconta tutto questo.
L’esposizione sarà visitabile tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Saranno disponibili anche visite guidate nei seguenti orari: alle 10.00, alle 11.30, alle 15.00 e alle 16.30; per prenotarle è possibile telefonare al numero 3406862546.
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