Lombardia | 16 Gennaio 2024

Frontalieri, «La tassa sanitaria? Per la giunta lombarda giusta compensazione e norma sacrosanta»

A criticare l'assessore regionale al Welfare, Bertolaso, è il consigliere dem Astuti: «Regione Lombardia ben felice di mettere le mani nelle tasche di decine di migliaia di frontalieri»

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La legge di Bilancio di previsione dello Stato per il 2024 introduce una quota di compartecipazione al Servizio Sanitario Nazionale per i frontalieri che utilizzano il servizio sanitario italiano. La legge stabilisce che la Regione di residenza definisca annualmente la quota di compartecipazione familiare, con un minimo del 3% e un massimo del 6% del reddito netto, destinando le somme al sostegno del servizio sanitario delle aree di confine.

Secondo il Consigliere Angelo Orsenigo (PD) che ha proposto l’interrogazione, l’articolo risulta incompatibile con l’Accordo del 2020, evidenziando il rischio di conflitti finanziari regionali; Orsenigo ha chiesto alla Giunta regionale di chiarire se intende applicare il prelievo sui redditi dei lavoratori frontalieri lombardi in Svizzera.

«Si tratta di una norma statale che va assolutamente applicata e di cui mi attesto la responsabilità – ha risposto l’Assessore regionale al Welfare Guido Berolaso -. Si tratta, infatti, di una giusta forma di compensazione per contenere l’emorragia di personale medico ed infermieristico, formato a spese dello Stato, e che svolge l’attività lavorativa nella più remunerativa Confederazione elvetica. A fronte di ciò, inoltre, i cittadini italiani che lavorano in Svizzera preferiscono comunque farsi curare dal nostro Servizio Sanitario Nazionale».

A commentare le parole dell’assessore regionale è il consigliere dem Samuele Astuti: «La tassa sanitaria sui vecchi frontalieri? Una “giusta compensazione” per l’assessore regionale al Welfare lombardo che oggi ha risposto in Consiglio regionale al nostro question time sul nuovo balzello fiscale per i frontalieri lombardi».

«Per l’assessore la nuova tassa sanitaria imposta ai vecchi frontalieri è una compensazione per gli investimenti in formazione persi con la fuoriuscita di personale sanitario verso la Svizzera: personale “formato in Italia, a spese nostre”. È “una legge dello Stato e noi intendiamo applicarla. È una norma più che giusta, più che sacrosanta”. Vediamo quindi che Regione Lombardia sarà ben felice di mettere le mani nelle tasche di decine di migliaia di frontalieri che già versano milioni di euro all’anno di tasse che tornano all’Italia tramite il sistema dei ristorni».

«Ora abbiamo la prova del tradimento della Lega e la prova che la Giunta lombarda e il Governo di centrodestra hanno deciso di voltare le spalle a chi si guadagna da vivere oltre confine – continua il consigliere dem -. Sappiamo che la fuga di professionisti sanitari verso la Svizzera sta mettendo in crisi gli ospedali lombardi. Ma piuttosto che inserire misure strutturali di sostegno alla categoria con risorse proprie, la Regione preferisce procedere con una tassa calata dall’alto, sulla pelle di altri lavoratori e senza nemmeno confrontarsi con i sindacati».

«Oggi, la risposta della giunta lombarda chiarisce le intenzioni generali di Palazzo Lombardia, ma non getta luce sui dettagli delle nuove imposizioni. A quanto ammonterà la tassa sanitaria? In che modo può convivere con le clausole di salvaguardia per i frontalieri previste dall’accordo fiscale tra Italia e Svizzera? Abbiamo già chiesto la convocazione dei vertici sanitari delle province di Como, Varese e Sondrio, delle sigle sindacali competenti e dell’associazione dei Comuni per discutere nel dettaglio delle importanti conseguenze di questa nuova stretta sui frontalieri, sulle comunità di confine e sul nostro sistema sanitario. Servono risposte. Il caso non è chiuso», conclude Astuti.

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