Si è svolto a Roma dal 9 al 11 novembre il 106° Congresso Nazionale di Ortopedia e Traumatologia promosso dalla Società Italiana di riferimento del settore (SIOT).
L’appuntamento, con cadenza annuale, vede riunirsi professionisti ortopedici da tutta Italia per discutere relazioni su tutti i temi della patologia ortopedica e traumatologica.
Tra i diversi topic, una sessione è dedicata ai lavori scientifici sotto forma di E-Poster, nei quali sono rappresenti i diversi studi scientifici proposti in un massimo di 3 semplici slides.
Quest’anno l’Ortopedia varesina, diretta dal professor D’Angelo, che è anche docente all’Università dell’Insubria, si è presentata con tre comunicazioni orali e due e-poster. Tra questi il lavoro “Osteosintesi con sistema di fissazione esterna nelle fratture a tre frammenti dell’omero prossimale” prodotto dai dottori Andrea Pautasso, Marco Puricelli , Dalila Schifano, Luca Marciandi, Giacomo Riva e dal professor D’Angelo è stato riconosciuto (dopo votazione libera e volontaria dei partecipanti al congresso) come Best E-poster del 106° congresso nazionale SIOT 2023.
«È un’immensa soddisfazione – commenta il dottor Pautasso, membro dell’equipe dell’Ortopedia dell’Ospedale di Circolo di Varese – ricevere questo riconoscimento al congresso nazionale di ortopedia e traumatologia. Il lavoro presentato è la sintesi della condotta terapeutica che da due anni stiamo portando avanti io e il dottor Puricelli per quanto concerne il trattamento più idoneo delle fratture della spalla».
Il professor D’Angelo sottolinea come «La medicina, l’ortopedia e le tecniche chirurgiche si evolvono, aiutate dall’innovazione tecnologica dei dispositivi medici. Il loro utilizzo può migliorare i risultati funzionali degli arti traumatizzati per offrire ai pazienti il trattamento più idoneo al fine di riportare l’arto ad una funzione pre-trauma. Sono fiero di quello che stiamo producendo come equipe. Questo riconoscimento è un grande traguardo, ma deve anche essere, soprattutto, un punto di partenza per cercare di migliorarsi ed essere sempre critici sul proprio operato».
Il poster varesino è stato scelto tra oltre 331 lavori presentati e vede, oltre che il riconoscimento della società, anche la possibilità di svolgere per i propri autori un Cadaver Lab pagato dalla Società per studiare, provare e mettere in pratica le tecniche chirurgiche utilizzate nel lavoro quotidiano.
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