Brenta | 8 Maggio 2022

Aumenti di gas e carburante, «Una grande speculazione. Serve la politica»

L'intervento del sindaco di Brenta, Gianpietro Ballardin, sull'aumento dei prezzi causato dalla guerra. Una riflessione sulle conseguenze per cittadini e imprese, queste ultime a rischio paralisi

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(A cura di Gianpietro Ballardin, sindaco del Comune di Brenta e assessore al Turismo e all’Ecologia della Comunità montana Valli del Verbano) Quando la finanza fagocita l’economia abbiamo la prova evidente della fonte principale che dà luogo ad un fenomeno a cascata nell’aumento dei prezzi, a danno dei cittadini, i consumatori che ne pagano le conseguenze.

Ad esempio un anno fa il gas costava 30 centesimi a metro cubo e riempire uno stoccaggio di 10 miliardi di metri cubi di gas costava 3 miliardi.Il prezzo a metro cubo a marzo 2022 è salito a 1,5 euro a metro cubo. Il costo potenziale dello stoccaggio è aumentato sino a 15 miliardi. Considerati i dati ufficiali si evince che la quantità di gas non è diminuita e che i flussi di fornitura sono sostanzialmente analoghi, non si capisce perché si è passati da 3 a 15 miliardi con costi esageratamente aumentati a carico delle famiglie.

È quindi in corso una grande speculazione sui prezzi del gas. Così come per il mais, la soia, il grano, i prezzi delle materie prime che hanno registrato in questo ultimo periodo aumenti impressionanti, non per effetto della domanda o dei costi, ma come ormai evidente a tutti, per effetto della speculazione finanziaria.

L’aumento del costo delle materie prime fa felici gli speculatori, che vedono valorizzato il loro portafoglio. in un domino di aumenti che va dal rincaro della materia prima al prezzo del prodotto finale.Il ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, ha definito l’aumento dei prezzi del carburante “una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini”, usando termini come “ingiustificato” e “speculazione”.

“Il mercato specula” ed è lo stesso motivo per cui ci troviamo la benzina ad un prezzo così elevato e di gran lunga differenziato tra un distributore e l’altro al punto da ingenerare il fenomeno pendolarismo di zona nella ricerca della pompa di benzina meno cara sul territorio.Poi vi è il problema determinato dalla condizione di aumento dei prezzi nel settore dell’edilizia che mette in difficoltà il rilancio del paese grazie ai fondi e alle opere pubbliche del Pnrr.

Un fenomeno reale e di concreta attualità in quanto il rischio maggiore è che, a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime anche nell’edilizia, le imprese non partecipino agli appalti o, peggio ancora, i cantieri già aperti si blocchino perché le imprese non riescono più a sostenerne i costi, con gravi difficoltà per i comuni e per i privati cittadini che hanno iniziato le ristrutturazioni delle proprie abitazioni. Quale esempio: si prenda il costo del tondino di ferro, il cui prezzo nei bandi di gara «andrebbe incrementato nella misura dell’80% per portare il valore del prezzario in linea col corrente prezzo di mercato.

Il nuovo prezzario regionale lombardo per il 2022 include una revisione dei prezzi che sono già stati abbondantemente superati dagli aumenti di questo ultimo periodo al punto che il preventivo dei costi, fatto alla clientela dalle imprese operanti nel settore edilizio, non supera in termini di garanzia sull’invarianza dei prezzi i 10/15 giorni. Anche l’ultima misura di predisposizione economica, attuata dal governo, non riesce a contenere la totalità degli aumenti che sono posti interamente a carico dei privati cittadini.

Il superbonus, i vari bonus edilizi, il Pnrr sono tutte grandi opportunità per il paese e per le imprese, ma queste devono poter essere in grado di portare a termine i lavori. Purtroppo la carenza di materiali e la lievitazione speculativa dei costi portano a rapidi adeguamenti di prezzo e i margini, specie per i privati cittadini, si fanno sempre più risicati.

Almeno tra noi comuni mortali nessuno ha la palla di vetro o è in grado di predire il futuro è pero vero che vi è la necessità di un meccanismo di controllo a livello europeo per controllare e calmierare i prezzi, ma è difficile agire quando su un mercato sono centinaia gli operatori che si scambiano i titoli o peggio speculano sulla condizione della paura determinata dalla guerra.

Sarebbe necessaria una Politica capace di rappresentare gli interessi della nazione in un contesto europeo posto in egemonia dai vantaggi speculativi, magari partendo in casa propria da una rinuncia o dalla riduzione dell’Iva e delle accise che ad esempio incidono sulla metà del prezzo del gas o della benzina che tutti noi direttamente o indirettamente paghiamo.

Ma qui mi si permetta di dire che parliamo di un sogno o forse di un’utopia che viene spesso dichiarata ma puntualmente, se non in minima misura ed in forma temporale, applicata.

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