Svizzera | 9 Marzo 2022

Guerra nucleare? In Svizzera scorte di cibo, pronti i bunker antiatomici

Il Governo svizzero alza l'allerta e si rivolge ai propri cittadini con un vademecum. Presi d'assalto in questi giorni i supermercati dei paesi di confine

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La guerra in Ucraina, ormai da due settimane, continua non solo a colpire civili, causando migliaia di sfollati, feriti e vittime, ma anche a preoccupare tutto il mondo, con l’Occidente che sta criticando duramente la decisione della Russia e del presidente Vladimir Putin. Anche l’Europa guarda con apprensione cosa sta accadendo nelle principali città ucraine e alcuni paesi, come la Svizzera, hanno scelto di avvertire i propri cittadini, in caso di un peggioramento della situazione.

Così, il Canton Ticino e il Consiglio di Stato stanno seguendo attentamente cosa sta avvenendo in Ucraina e, al fine di informare meglio la popolazione elvetica, si è deciso di pubblicare una sezione sul tema, all’interno del sito internet, dove sono raccolte le principali ed utili comunicazioni in merito.

Non solo informazioni sulle persone in fuga dall’Ucraina, ma anche aggiornamenti sull’offerta di vestiti e beni di prima necessità, richieste per trovare interpreti (ucraino-italiano) e, non da ultimi, le news sui provvedimenti svizzeri contro la Russia in relazione alla situazione in Ucraina.

Allo stesso tempo il Governo svizzero invita la popolazione a provvedere al proprio sostentamento per diversi giorni senza aiuti esterni: l’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE) raccomanda quindi di tenere delle scorte d’emergenza sufficienti per circa una settimana, che comprendono in primo luogo derrate alimentari a lunga conservazione e 9 litri d’acqua per persona nonché i medicinali più importanti.

E dopo queste informazioni, sono numerosi i supermercati e i negozi di alimentari di confine ad essere stati presi d’assalto dai cittadini svizzeri, che hanno acquistato generi alimentari, soprattutto a lunga conservazione, e da posizionare all’interno dei propri bunker antiatomici. L’auspicio, naturalmente, è quello che non vengano mai consumati.

Infatti, la Svizzera dispone di circa 365mila rifugi privati e pubblici e circa 9 milioni di posti protetti per i suoi abitanti, che corrispondono ad un grado di copertura superiore al 100%. L’attribuzione della popolazione ai rifugi sarà resa nota quando la situazione nel campo della politica di sicurezza lo renderà necessario. I cantoni sono responsabili di elaborare e aggiornare regolarmente il piano d’attribuzione dei rifugi.

“In caso di un evento nucleare o di un’esplosione all’estero – spiegano sul sito del governo elvetico -, l’ordine di assumere le compresse allo iodio sarebbe impartito unicamente sulla base dei risultati della misurazione della radioattività nell’aria, per essere certi che la quantità di iodio radioattivo sia talmente elevata da rendere necessaria l’assunzione delle compresse. Altri elementi radioattivi possono richiedere ulteriori misure di protezione, dato che le compresse allo iodio non proteggono da tutti gli elementi radioattivi, ma soltanto dagli effetti dannosi dello iodio radioattivo sulla tiroide”.

Se e quando la popolazione svizzera debba assumere compresse allo iodio, in seguito a un evento nucleare o un’esplosione nucleare avvenuta all’estero, dipende dal luogo in cui si è verificato l’evento e dal fatto che i venti abbiano favorito o meno il trasporto di radioattività in Svizzera. Come per un evento in Svizzera, anche in questo caso è la Centrale nazionale d’allarme a ordinare l’assunzione delle compresse. Sarebbe molto importante attenersi a questo e non prendere compresse come misura preventiva. Le compresse sono efficaci solo se prese al momento giusto, cioè non troppo presto o troppo tardi”, concludono.

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