Finse di aver subito dei danneggiamenti all’auto e presentò una denuncia, sapendo di fare riferimento a fatti inventati. Per questo motivo un uomo di cinquantaquattro anni è finito a processo, presso il tribunale di Varese, con l’accusa di simulazione di reato, in rapporto ad un episodio avvenuto a Besozzo nell’inverno di 3 anni fa.
Era una mattina di febbraio, poco dopo le sette l’uomo si recò presso il comando della polizia locale del paese per denunciare quanto accaduto alla sua auto in via Roma, nel centro di Besozzo.
Andando a prendere la macchina aveva trovato i tergicristalli rovinati e il lato posteriore destro del veicolo ammaccato. Davanti agli agenti il cinquantaquattrenne non riuscì però ad essere preciso. Partirono così degli accertamenti, compiuti mediante il ricorso alle immagini delle telecamere che consentirono agli agenti di individuare la presenza dei medesimi danni lamentati dall’uomo in un periodo antecedente rispetto ai fatti esposti con la denuncia.
Per l’accusa fu un atto compiuto allo scopo di ottenere vantaggi a livello assicurativo, simulando il danneggiamento del veicolo. Da qui la richiesta di una condanna ad otto mesi di reclusione. La difesa dell’uomo – rappresentata dall’avvocato Paolo Bossi – ha invece messo in evidenza la scarsa rilevanza penale della vicenda, chiedendo l’assoluzione dell’imputato, una persona senza precedenti penali, “tradita” da una leggerezza commessa – sempre secondo la tesi difensiva – dopo aver subito varie volte danni all’automobile.
Il giudice Alessandra Sagone ha assolto il cinquantaquattrenne per la particolare tenuità del fatto.
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