Varese | 20 Agosto 2021

Lavoro nel Varesotto, segnali di ripresa in attesa di settembre

Analisi dell’Ufficio Studi e Statistica di Camera di Commercio: le cifre parlano di una crescita dell’11% nelle assunzioni tra gennaio e maggio. Il 2019 resta lontano

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Il mercato del lavoro varesino mostra qualche segnale positivo, sia pur flebile: nei primi cinque mesi dell’anno (ultimi dati disponibili), sono state 36 mila le assunzioni da parte delle imprese. Dati in crescita dell’11% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, quando però si subivano i pesantissimi effetti dell’allerta sanitaria.

Sebbene maggio, in particolare, abbia mostrato buone indicazioni, con 8.465 assunzioni, siamo ancora lontani da una vera e propria ripresa: basti considerare che, negli stessi primi cinque mesi del 2019, i nuovi occupati furono del 25% in più rispetto all’analogo periodo di quest’anno.

In attesa di capire se la crescita produttiva del secondo trimestre (+24,8% nell’industria e +21,3% nell’artigianato nel confronto con aprile-giugno 2020) si riverbererà sul piano occupazionale, l’agire degli ammortizzatori sociali e il “congelamento” delle cessazioni d’impresa stanno da una parte arginando il fenomeno dell’espulsione di forza lavoro, dall’altra bloccando il ricambio o la mobilità fisiologica della stessa. Sarà decisiva l’evoluzione a settembre.

Ritornando all’analisi condotta dall’Ufficio Studi e Statistica di Camera di Commercio e disponibile sul portale OsserVa all’indirizzo www.osserva-varese.it, emerge la ripresa dei contratti flessibili, che assommano ben l’82,3 di quelli stipulati a fronte di un calo a quota 17,7% di quelli a tempo indeterminato. Un fenomeno che, se per un verso è tipico della stagione estiva, per l’altro appare anche sintomo di incertezza.

In particolare, nel confronto col 2019, quest’anno aumentano in modo deciso le collaborazioni coordinate e continuative (+94,8%), il lavoro domestico (+66,1%) e quello intermittente (+34,2%), mentre crescono meno soprattutto i dipendenti a tempo indeterminato (+12,2%).

Sono poi 31 milioni le ore di cassa integrazione autorizzate tra gennaio e giugno: furono 70 nel primo semestre 2020, ma 19 due anni or sono. Entrando nel dettaglio, il settore maggiormente interessato, anche per le dimensioni che lo caratterizzano in provincia, è quello meccanico: 7milioni e 818mila tra gennaio e giugno di quest’anno (24,9% del totale delle ore autorizzate). A seguire, i trasporti e le comunicazioni (18,8%), il commercio (9,7%) e il tessile (9,2%).

Infine, l’analisi ha approfondito il tema del reddito o pensione di cittadinanza: negli scorsi dodici mesi, le domande presentate dai residenti nella nostra provincia furono 19.528. Di queste, il 54% accolte, il 31% respinte mentre le restanti sono ancora in lavorazione. I percettori varesini sono il 7,5% di quelli lombardi e l’importo medio è di 435 euro, superiore a quello regionale, fermo a 419 euro.

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