Lombardia | 5 Luglio 2021

Bocce: campionato a squadre, Caccialanza ancora campioni d’Italia

Nel Campionato femminile grande sorpresa. Le detentrici dell’Osteria Grande di Bologna sono state sconfitte in finale dalle perugine di Spello

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(a cura di Roberto Bramani Araldi) Repetita iuvant, detto latino che tradotto goliardicamente “i ripetenti raccolgono l’uva” suscitò un’osservazione di Nanni Svampa – “l’è pròpri véra che i màtt in minga tùtt saraa sù in di manicòmi” -, ma si dimostra quanto mai appropriata in occasione della finale del Campionato Italiano a squadre, specialità raffa, dove si sono affrontate le compagini di Boville, campioni uscenti e della Caccialanza, campioni del 2019. Infatti solo loro, ripetenti in tema di titoli italiani conquistati, avrebbero potuto mietere un altro pingue raccolto.

Né bisogna dimenticare che in semifinale si sono frantumati i sogni di Possaccio, squadra la cui ossatura ricalca quella dello scomparso Alto Verbano, campione d’Italia nel 2016.

Secondo il suo capitano Massimiliano Chiappella, Boville desiderava ardentemente incontrare i verbanesi per vendicare la sconfitta nel girone eliminatorio che li aveva obbligati a passare attraverso le forche caudine dei playoff. Il sorteggio li ha accontentati e il risultato li ha premiati consentendo loro di assaporare la vendetta, sportiva ovviamente, e di accedere alla finale.

Questa volta il girare al riposo sul 4-0 non ha permesso a Possaccio di rimontare, come all’andata, fino al pareggio, dato che Palma e Santucci hanno sbattuto la classica porta in faccia a Scicchitano e Signorini chiudendo con un secco 5-1 l’incontro.

Per cui finale prevista, sempre Chiappella lo aveva preconizzato definendo le due squadre più attrezzate. Del resto, se si scorre la classifica dei giocatori di primo livello gare nazionali, nei primi trenta si scopre che ci sono sei giocatori Caccialanza, quattro Boville e solo due Possaccio.

Così le due corazzate si sono affrontate decise a “ripetere l’anno”. L’inizio era favorevole ai romani, un ispirato Giuliano Di Nicola non lasciava scampo a un falloso Luca Viscusi e si aggiudicava il primo set per 8-4: Boville 1 Caccialanza 0. Sul campo adiacente la terna sembrava dapprima indirizzata verso i milanesi in vantaggio per 6-2, ma i romani rimontavano decisi fino a passare in vantaggio per 7-6. Ultima mano drammatica nello svolgimento: Nanni sbaglia una bocciata, ma all’ultima boccia nella mani di Marco Luraghi il punto in terra è di Boville, anche se il semipunto è Caccialanza. Se sbaglia i romani vanno sul 2-0. Marco decide per la bocciata di volo, lunga concentrazione, rincorsa, lancio: la boccia colpisce perfettamente quella dell’avversario, rimane lì vicino al pallino, sono due punti, 8-7 e Caccialanmza 1 Boville 1.

Nel secondo set individuale, nel frattempo, a una iniziale fiammata di Viscusi, era seguita una decisa rimonta di Di Nicola che si portava in vantaggio per 5-4, ma sarà stata la conclusione della terna, salutata da un’ovazione dei sostenitori milanesi, sarà stato un leggero appannamento rispetto alla sfolgorante esibizione del primo set, rimane il fatto che alla fine il Luca si aggiudica il secondo con il punteggio di 8-6. La terna romana entra in stato confusionale e perde nettamente il secondo parziale, quindi si gira sul 3-1 per Caccialanza. Le coppie alla ripresa non invertono la tendenza, anche se Palma/Santucci riescono a tenere acceso un barlume di speranza, le successive due sconfitte dei medesimi e di Di Nicola/Nanni fanno concludere anzitempo la contesa sul 5-2: Caccialanza spodesta Boville e, dopo aver stradominato il girone, è Campione d’Italia.

Nel Campionato femminile grande sorpresa. Le detentrici dell’Osteria Grande di Bologna sono state sconfitte in finale dalle perugine di Spello, compagine che annovera addirittura quattro under 18.

Negli juniores una notevole soddisfazione per Possaccio che trionfa contro Boville, riuscendo così a stemperare la delusione dell’eliminazione in semifinale della prima squadra, con il vantaggio di poter proiettare il risultato verso il futuro che non  può non essere immaginato come radioso.

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