Varese | 10 Aprile 2021

Coldiretti Varese: “Bene alleanza Ue contro Nutriscore, vanno tutelati i nostri prodotti”

Il nuovo sistema di etichettatura metterebbe in pericolo eccellenze italiane e lombarde tra cui il Grana Padano prodotto con il latte munto nelle stalle prealpine

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Bene l’alleanza europea contro l’etichetta Nutriscore che mette in pericolo lo storico record di oltre 46,1 miliardi di esportazioni agroalimentari Made in Italy del 2020 con un aumento dell’1,7% realizzato in piena pandemia Covid in controtendenza rispetto agli altri settori produttivi: è quanto afferma Coldiretti Varese in riferimento alle dichiarazioni del Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli che nel question time alla Camera ha annunciato che l’Italia sta lavorando con i Paesi che ancora non hanno espresso un parere formale rispetto al Nutriscore, come la Polonia, la Slovacchia, la Croazia e la Spagna “per trovare quella minoranza di blocco che come ultima ratio ci servirà per fermare questo grave pericolo per il sistema agroalimentare italiano”.

“L’etichettatura Nutriscore francese, come quella a semaforo adottata in Gran Bretagna, influenzano il consumatore, con un bel verde, a scegliere prodotti con ingredienti di sintesi e a basso costo spacciandoli per più salutari”, commenta il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori.

“Un sistema fuorviante, discriminatorio e incompleto che finisce per escludere paradossalmente dalla dieta alimenti sani e naturali che da secoli sono pilastri della ruralità del Varesotto e presenti sulle nostre tavole. Allo stesso tempo, invece, si favoriscono prodotti artificiali di cui in alcuni casi non è nota neanche la ricetta. L’equilibrio nutrizionale va ricercato tra i diversi cibi consumati nella dieta giornaliera che tiene conto dell’insieme della dieta alimentare e non si focalizza sul singolo prodotto. La nostra regione conta 14 Dop, 9 Igp: una grande biodiversità da continuare a valorizzare per evitare una indistinta omologazione”.

Il rischio è, altrimenti, di promuovere cibi spazzatura con edulcoranti al posto dello zucchero e di sfavorire elisir di lunga vita come l’olio extravergine di oliva considerato il simbolo della dieta mediterranea o specialità come il Grana Padano prodotto con il latte munto nelle stalle della provincia prealpina, ma anche altri pilastri del made in Italy come il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma, le cui semplici ricette non possono essere certo modificate.

Conclude Fiori: “L’etichetta nutrizionale a colori peraltro boccia ingiustamente quasi l’85% in valore del Made in Italy a denominazione di origine (Dop/Igp) che la stessa UE dovrebbe invece tutelare e valorizzare soprattutto nel tempo del Covid. In un momento difficile per l’economia, infatti, dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza contrastando le indicazioni fuorvianti ed estendendo l’obbligo di indicare in etichetta il Paese d’origine di tutti gli alimenti per combattere la concorrenza sleale al Made in Italy. L’Italia grazie ai primati nella qualità e nella sicurezza alimentare conquistati a livello europeo ha la responsabilità di svolgere un ruolo di leadership in nell’Unione”.

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