Varese | 29 Gennaio 2021

Covid, medici di base nella campagna vaccinale: l’80% ha risposto sì all’appello

Quasi la metà dei medici è pronta a somministrare le dosi sia in ambulatorio che in altri presidi. Sul territorio di ASST Sette Laghi, solo otto "no"

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L’arrivo di vaccini conservabili a temperature che sono compatibili con frigoriferi e congelatori di uso domestico, ha aperto al coinvolgimento dei medici di medicina generale nelle prime fasi di somministrazione dedicate alle categorie di persone maggiormente a rischio.

Un coinvolgimento fondamentale per velocizzare le procedure e rendere la vaccinazione più pratica e accessibile, in particolare per i soggetti che, per ragioni di salute o legate all’autonomia negli spostamenti, necessitano di un riferimento che sia vicino al proprio domicilio.

I numeri che quantificano l’adesione dei medici in provincia di Varese sono soddisfacenti. E’ questa l’impressione che emerge da un primo report di ATS Insubria, secondo il quale per un totale di 538 medici (che diventano 887 contando il distretto Lariano), sono state 418 in tutta la provincia (complessivamente 663) le risposte positive all’appello lanciato dagli organi sanitari.

Nel territorio di riferimento dell’ASST Sette Laghi (274 medici di base) il totale degli aderenti tocca ad oggi quota 221. Le risposte negative sono giunte da soli 8 medici, mentre sono 45 quelli che devono ancora esprimersi.

“In pochi giorni abbiamo raccolto una adesione del 75% – commenta la dottoressa Cristina Della Rosa, direttrice del Dipartimento Cure primarie di ATS -. Il dato ci consente di sperare in una partecipazione che superi nel complesso il 90% dei medici presenti sul territorio. Nel frattempo abbiamo svolto una ulteriore indagine per capire quanti medici pensano di essere in grado di vaccinare all’interno dei propri studi, e quanti invece si appoggeranno alle strutture e ai presidi individuati dalle autorità sanitarie in collaborazione con le amministrazioni locali”.

Il quadro emerso a livello locale è il seguente: oltre il 40% è disponibile a gestire le inoculazioni in entrambi i contesti; il 22% ritiene di non poter allestire il punto vaccini all’interno del proprio ambulatorio, luogo individuato invece come scelta idonea e maggiormente adeguata al contesto dal 36% dei medici.

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