Varese | 28 Novembre 2020

ATS Insubria, Covid Hotel: 4 pazienti ospitati. I posti a disposizione sono più di 100

La copertura territoriale ha raggiunto un livello soddisfacente per il servizio, attualmente offerto da tre strutture. L'Agenzia fa il punto della situazione

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“I Covid Hotel riconosciuti a tutti gli effetti sul territorio di ATS Insubria sono attualmente tre, con quattro pazienti già inseriti presso il solo Jet Hotel di Gallarate. Le altre strutture sono il Jet Hotel di Lomazzo e l’Hotel Sacro Monte di Varese”.

A fare il punto della situazione rispetto alle strutture alberghiere che si sono dette disponibili ad ospitare soggetti Covid asintomatici, è la dottoressa Ester Poncato di ATS.

Il territorio insubrico è al momento coperto in tutti i suoi distretti, mentre la verifica delle domande pervenute all’Agenzia dagli albergatori locali prosegue. “I tre hotel – ha sottolineato la dottoressa Poncato -possono ospitare fino ad un massimo di 122 persone, quota che ad oggi ci permette di ragionare con tranquillità su questa tipologia di servizio”.

Un servizio che nei giorni scorsi ha creato anche alcune polemiche, rispetto ad un presunto caos nella gestione delle pratiche di registrazione. Caos che ATS ha prontamente smentito nelle scorse ore, facendo inoltre sapere che una delle strutture individuate per il Varesotto, Villa Porro Pirelli ad Induno Olona, è stata sostituita all’ultimo momento (con il sopracitato Hotel Sacro Monte) per modifiche alla convenzione stipulata non compatibili con la documentazione richiesta.

“Il tipo di percorso scelto non ha creato criticità – ribadisce in conclusione la dottoressa Poncato – ma è bene ricordare che i pazienti designati per il trasferimento in un Covid Hotel non vanno in vacanza. Si tratta di persone che, seppur asintomatiche, devono essere monitorate, e le cui esigenze devono inoltre essere collegate ad una serie di parametri molto delicati e verificati dai Comuni e dai Servizi sociali, in collaborazione con i medici di base. Tra questi è ovviamente presente l’impossibilità di affrontare la quarantena presso il proprio domicilio, per via di una convivenza oggettivamente ‘troppo stretta’ o per la presenza di soggetti con fragilità in casa“.

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