Varese | 12 Settembre 2020

Occupazione nel Varesotto, in cerca di 40mila dipendenti

Nell’arco dei prossimi quattro anni, ecco le possibili assunzioni delle nostre 57mila imprese. Ecco i risultati dell’indagine Excelsior

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Nell’arco dei prossimi quattro anni, le imprese del Varesotto potrebbero avere bisogno di circa 40mila nuovi dipendenti. Il dato, che potrebbe variare tra un minimo di 36mila e un massimo di 50mila a seconda delle oscillazioni del prodotto interno lordo italiano, è stato stimato dall’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Varese alla luce dei risultati dell’ultima indagine Excelsior condotta da Unioncamere in accordo con Anpal (Agenzia nazionale Politiche Attive del Lavoro) e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Il modello di previsione dei fabbisogni occupazionali ha infatti stimato che, a livello nazionale, tra quest’anno e il 2024 il sistema economico italiano dovrà sostituire 2,5 milioni di dipendenti per il raggiungimento dell’età di pensionamento o per altre cause. L’oscillazione del pil, naturalmente potrà incidere: si valuta infatti una possibile variazione del fabbisogno italiano tra un minimo di 1,9 milioni di occupati e un massimo di 2,7 milioni. Da qui, anche le oscillazioni varesine.

Intanto, a livello locale, le assunzioni previste dalle nostre 57mila imprese in questo trimestre e fino a ottobre sono 12.670. Questa cifra evidenzia un dato che è per il 22% più basso rispetto a quello dello stesso periodo dello scorso anno e inferiore per il 12,4% in rapporto al 2018. Questo alla luce anche del fatto che, in provincia di Varese, in questo trimestre solo il 7% delle imprese prevede assunzioni. Entrando nel dettaglio dell’analisi, si scopre poi che al 36% delle aziende interessano giovani con meno di 30 anni. Inoltre, in circa 34 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati.

Ritornando all’analisi di carattere nazionale, l’indagine Excelsior evidenzia che sarà il settore privato a trascinare il fabbisogno di lavoratori, soprattutto per il turnover: la forbice va da 1,2 a 2 milioni di unità. Il pubblico impiego, poi, chiamerà circa 720mila nuove posizioni, un numero in aumento rispetto al recente passato. Oscilla, invece, fra le 400mila e le 600 mila unità il fabbisogno di lavoratori autonomi.

Inoltre, nonostante il turnover, alcuni settori accentueranno il calo occupazionale. È il caso, per esempio, della filiera “Commercio e Turismo”, dove si prevede un minor fabbisogno compreso tra le 40mila e le 172mila unità nel caso peggiore, e di quella “Moda”, che potrebbe registrare una diminuzione di 55mila occupati.

Diverso il percorso della filiera “Informatica e telecomunicazioni”, dove avrà un ruolo importante la prevista ulteriore accelerazione della trasformazione digitale. Qui, però, sarà elevata la difficoltà di reperimento di molte delle figure richieste.

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