Fiumi di fango per le strade, cantine e garage allagati, frane e torrenti in piena carichi di detriti che si sono poi riversati in ogni dove con violenza. Il nubifragio dello scorso 7 giugno ha portato con sé momenti da incubo per tante comunità dell’alto Varesotto, che dopo i lavori proseguiti incessantemente per diversi giorni, hanno da poco ultimato, insieme alle rispettive amministrazioni, la conta dei danni.
Una conta dai risvolti decisamente poco confortanti, in particolare per quanto riguarda la situazione della Valceresio e, nello specifico, di Lavena Ponte Tresa. Qui la forza spaventosa del maltempo ha travolto parecchie cose e la ricostruzione costringerà ad un impegno economico non inferiore ai 2,6 milioni di euro.
L’amministrazione guidata dal sindaco Massimo Mastromarino, come si apprende oggi da La Prealpina, spera nell’aiuto dello Stato, anche perché difficilmente una tale spesa potrà essere sostenuta facendo ricorso soltanto alle casse comunali. “Il totale – riportano le pagine del quotidiano – si raggiunge sommando i danni calcolati dai privati, pari a circa 800mila euro, dalle attività produttive, con ‘solo’ 100mila euro e dalla parte pubblica, vale a dire strade, marciapiedi, torrenti devastati e ora da sistemare soprattutto per evitare di essere impreparati se e quando, eventualmente, una precipitazione del genere accadrà di nuovo”.
Dall’ultimo sopralluogo effettuato all’attenzione di alcuni rappresentanti di Regione Lombardia, tra cui i consiglieri leghisti Emanuele Monti e Francesca Brianza, è emerso un ulteriore scenario infelice. C’è infatti il rischio, per il paese lacustre, di non rientrare in quella casistica per la quale, in base ad una serie di parametri tecnici, il governo interviene stanziando fondi in favore dei singoli territori colpiti da calamità naturali. Un dubbio che, allo stato attuale, riguarda anche Cadegliano Viconago, Marchirolo, Brusimpiano e Marzio. Ancora in attesa di risposte dopo il tremendo diluvio di inizio giugno.
Vuoi lasciare un commento? | 0