Varese | 9 Maggio 2020

Coronavirus, gli industriali varesini: “Cominciamo ad investire sul lavoro, la burocrazia non può vincere”

Il 47% delle industrie associate ha attivato la cassa integrazione per il Covid. Grassi: "Le misure assistenziali non funzionano, poche azioni ma concrete". Ecco quali

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Il momento dal punto di vista economico è drammatico. Anche sul territorio varesino ciò è testimoniato da numeri. L’Unione degli Industriali della Provincia di Varese (Univa) ha registrato nelle settimane di lockdown, solo all’interno della propria compagine associativa, 465 attivazione di cassa integrazione legata al Covid-19, per un totale di 30.273 addetti: il 47% delle imprese associate e il 42% degli addetti in esse impiegati.

“Di fronte a questo scenario senza precedenti – commenta il presidente di Univa Roberto Grassi – non solo la politica non è stata in grado di rispondere con l’auspicata unità nazionale, ma ora siamo di fronte all’assurdità delle forze di governo che brancolano nel buio delle loro divisioni dettate più dalla ricerca del consenso, e da prese di posizione ideologiche, piuttosto che dalla sostanza dei provvedimenti da adottare. E’ come se l’epidemia avesse spazzato via tutte le nostre certezze, tranne quelle sui difetti del nostro sistema politico. Sempre gli stessi. Sempre lì a evidenziare i perché della nostra mancanza di competitività”.

Univa aveva chiesto velocità nel far arrivare liquidità alle imprese e altrettanta rapidità per le risorse da mettere a disposizione con la cassa integrazione per i dipendenti. “Non abbiamo avuto né l’una né l’altra cosa – prosegue ancora Grassi -. La burocrazia ancora una volta ha avuto la meglio, con la beffa che non solo la liquidità tarda ad arrivare, ma la gran parte delle aziende, ferme nella produzione per due mesi, ha dovuto anticipare la cassa integrazione ai propri dipendenti. Ecco un altro esempio di responsabilità sociale di impresa che dovrebbe far riflettere chi ancora oggi pensa di poter rilanciare il Paese con una politica anti industriale, testimoniata da esempi come l’automatismo di considerare infortunio un lavoratore contagiato da coronavirus”.

Ma cosa serve ora nella realtà quotidiana di tante aziende soffocate dalla pandemia? Niente proclami ma poche azioni, veloci e concrete: è questa la linea difesa da Univa sul territorio della provincia. E’ inutile illudersi, afferma Grassi, prima di elencare le azioni che realmente possono innescare la ripresa, sulla base delle risorse disponibili: taglio dell’Irap, abbattimento del costo del lavoro, pagamento alle imprese dei debiti della Pubblica Amministrazione, sblocco dei cantieri già dotati di copertura finanziaria per sostenere la domanda pubblica e creare posti, sostegno agli investimenti privati attraverso il rilancio del “Piano Industria 4.0”.

“Bisogna passare presto da una politica economia emergenziale e assistenziale ad una politica industriale di investimento sul lavoro, sulle imprese e sul futuro – conclude il presidente di Univa -. Dobbiamo creare oggi e subito le condizioni per ripagare nei prossimi anni il debito che stiamo facendo per rialzarci“.

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