Cadegliano Viconago | 16 Febbraio 2020

Cadegliano, la montagna si muove: dalla Provincia 200mila euro

Da Villa Recalcati l'ok per un progetto che permetterà di "monitorare il corpo di frana che sovrasta la strada provinciale 61", tra Cremenaga e Lavena Ponte Tresa

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Manutenzione, monitoraggio e controllo per un progetto di 200mila euro approvato negli scorsi giorni dalla Provincia di Varese, con l’obiettivo di analizzare la situazione dell’arteria presente nel Comune di Cadegliano Viconago, che sovrasta la Strada provinciale 61, quella che collega Cremenaga a Lavena Ponte Tresa.

Si tratta della strada che attraversa la località di Avigno, che rischia ancora di venire giù, dopo i gravi problemi degli scorsi anni, soprattutto nel 2012, quando la montagna invase la provinciale, isolando Cremenaga e Lavena Ponte Tresa, con l’unica via percorribile dalla Svizzera.

Un lavoro che darà il via ad interventi di prevenzione, come raccontava ieri Prealpina, contro il rischio idrogeologico sul versante tra i due paesi, visto che è stato appurato il fatto che la montagna, seppur poco, ma continua a muoversi. Per questo la Provincia di Varese ha approvato il progetto e indetto la gara, come primo provvedimento all’interno del progetto “Fiume Tresa – Prevenzione e gestione comune delle emergenze” del programma Interreg Italia- Svizzera.

“Il progetto, della durata di tre anni, ha come scopo principale la messa in sicurezza del territorio proteggendolo dai pericoli naturali di gravità e di inondazione – spiegano da Villa Recalcati -. Tramite il controllo realizzato con carotaggi e sensori, si prevede la gestione della frana di Cadegliano Viconago tramite la valutazione dei possibili scenari di crollo e il monitoraggio della stessa, gestendo il traffico sulla strada provinciale 61″.

“Per garantire la stabilità degli argini che costeggiano la strada e i pozzi di captazione ticinesi, è previsto soprattutto di stabilizzare il greto del fiume Tresa. In tal modo si avrà una riduzione del rischio di innesco della frana, verrà ridotto l’impatto della stessa e saranno monitorati i fenomeni in corso, oltre a definire un protocollo operativo transfrontaliero in caso di crisi, le cui conseguenze non si limitano al fiume, ma interessano anche le infrastrutture presenti”, concludono.

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