(A cura di Alessandro Franzetti) L’8 gennaio 1522 da un dipinto raffigurante Gesù deposto dalla croce e trafitto da un soldato romano, presso la locanda de Zacchei a Cannobio, uscì sangue e una piccola costa. Da allora ogni 7 gennaio si ripete la celebrazione di questo miracolo che è la festa patronale di Cannobio. Anche quest’anno centinaia di fedeli, ma anche turisti hanno voluto ricordare e fare memoria di questo memorabile evento.
Ieri, alle 17, il vescovo di Novara mons. Franco Giulio Brambilla (nativo di Missaglia in Brianza e già vescovo ausilare della diocesi di Milano e vescovo di Novara dal novembre 2011) ha presieduto la messa solenne presso la Collegiata di San Vittore, concelebrata col prevosto di Cannobio mons. Mauro Caglio (che nel 2016 fu nominato monsignore del capitolo del Duomo dal cardinal Angelo Scola proprio a voler siglare la profonda unità tra la Chiesa cattedrale di Milano e la parrocchia prepositurale di Cannobio in cui si professa il rito ambrosiano), e da molti sacerdoti.
Al termine della funzione partecipata da moltissimi fedeli, nel buio, la nivola contenente la reliquia della costola è stata fatta scendere dall’alto e una volta arrivata a terra i presenti si sono recati a baciarla. Finita la cerimonia, si è tenuta la processione illuminata da fiaccole e lumini (a ricordo dei celebri lumineri accesi dal popolo cannobiese accorso all’osteria de Zacchei dopo le grida della donna che per prima si accorse del miracolo della sacra costola), che si è conclusa presso il Santuario della Pietà.
Al termine cannobiesi e turisti giunti in loco hanno potuto gustare, sul battello o presso i tipici ristoranti, il tipico menù del giorno composto da pasta e fagioli, salsicce, verze e patate con alla fine la classica torta di pane, il tutto annaffiato da un buon vino. Per l’occasione la Navigazione dei Laghi ha dato l’opportunità di recarsi a Cannobio da diverse località, tra cui Luino con un confortevole battello.
È stata una giornata stupenda a detta dei molti partecipanti, che hanno tra l’altro avuto la grazia di un bel pomeriggio di sole, che ha permesso a tutti di ammirare lo stupendo scenario delle montagne innevate a cavallo della Lombardia, del Piemonte e del vicino Canton Ticino. Già si preannuncia una festa memorabile per il 2022 quando ricorreranno i 500 anni del miracolo.