Cuveglio | 22 Novembre 2019

Animali maltrattati, crescono i casi anche in provincia: a Cuveglio scende in campo Lida

L'associazione ha eseguito cento interventi dalla primavera ad oggi. E' il terzo gruppo di guardie zoofile del territorio, combatte violenza e cattive abitudini

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Repressione e prevenzione sono le attività alla base di Lida, la Lega italiana diritti degli animali, terzo gruppo di guardie zoofile fondato in provincia di Varese per contrastare i fenomeni di maltrattamento e abbandono che le statistiche danno tristemente in aumento.

Prendendo come riferimento il 2017, infatti, il “Rapporto Zoomafia” elaborato da Lav, associazione che promuove il cambiamento culturale nel rapporto con gli amici a quattro zampe e che combatte per i diritti degli animali, sono stati aperti più di 1400 fascicoli, nella sola Lombardia, per l’individuazione e la denuncia di casi allarmanti. Il 16% di quelli nazionali.

E’ da questa percentuale, come si apprende oggi dal quotidiano La Prealpina, che l’azione sul territorio di Lida acquisisce un ruolo chiave nel tentativo di porre un freno a cattive abitudini, episodi di trascuratezza e di vera e propria violenza: in ordine di gravità. Un’azione che dal mese di aprile ad oggi ha portato a ben cento interventi, da Cuveglio – luogo in cui l’associazione ha aperto la sua sede, in via Filzi 25 – alle zone limitrofe.

“Essendo un corpo relativamente nuovo – spiega la coordinatrice Debora Baraldi attraverso le pagine del quotidiano locale – non molti sanno che, pur essendo dei volontari, siamo degli agenti di polizia giudiziaria e amministrativa a tutti gli effetti, con l’obiettivo di lottare contro i maltrattamenti degli animali, non soltanto come repressione, ma anche in ottica di prevenzione. Spesso interveniamo per informare sui corretti comportamenti da tenere. Poi, però, se le misure richieste non vengono prese, si agisce“.

Il rischio di ricascarci per i soggetti fragili o disturbati è alto, affermano le guardie, nominate dal prefetto solo al termine di uno specifico percorso di formazione che consente loro di operare nell’ambito di enti formalmente riconosciuti. Nei casi al limite, come quello degli accumulatori seriali, non solo di oggetti ma anche di animali, servirebbe dunque un supporto esterno, anche in funzione del riconoscimento patologico, che al momento purtroppo non c’è.

Le misure concrete di controllo e di supporto per la comunità si estendono inoltre alla raccolta di cibo, “che viene poi distribuito a che ne ha bisogno, come le colonie feline o i canili”, sottolinea ancora in conclusione la coordinatrice attraverso La Prealpina.

Per ulteriori informazioni, scrivere all’indirizzo mail lidavarese@lida.it oppure visitare la pagina Facebook di Lida.

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