Luino | 8 Settembre 2019

Da Luino in Groenlandia, il luinese Marco Zanatta sul “National Geographic”

Il progetto a cui lavora anche il giovane ricercatore in Groenlandia è apparso sulla nota rivista scientifica. Il 32enne luinese: "Un'esperienza fantastica"

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Marco Zanatta è un giovane luinese che dopo gli studi in Italia e all’estero, si è trasferito da qualche anno a Brema, dove è ricercatore presso l’Alfred Wegener Institut, istituto specializzato in ricerca scientifica ai poli.

Dopo la sua prima intervista per la rubrica “Luinesi all’estero” nel 2016, l’anno seguente ci aveva raccontato della sua imminente partenza per la Norvegia al fine di studiare il drastico scioglimento dell’Artico. Il suo lavoro è proseguito anche negli ultimi anni, ed è recentemente apparso su National Geographic, storica rivista scientifica della National Geographic Society, un articolo che parla proprio del progetto a cui sta lavorando anche Marco, in Groenlandia.

L’articolo, dal titolo “At Station Nord, Greenland, life is anything but lonely” racconta di come i ricercatori provenienti da tutto il mondo che si trovano nella remota base artica Station Nord, tra i quali c’è anche Marco, stiano lavorando per documentare il surriscaldamento dell’artico, condividendo allo stesso tempo un forte senso di comunità.

Una base dalle condizioni climatiche estreme, luogo perfetto per i ricercatori per raccogliere dati dal ghiaccio, dal mare e dall’atmosfera, al fine di misurare i cambiamenti nel tempo, dati con i quali gli scienziati sperano di poter predire cosa deve aspettarsi il nostro pianeta nel futuro.

Station Nord è sotto la sovranità della Danimarca, che per mantenerla deve sempre avere sul posto del personale militare. I soldati quindi gestiscono tutto ciò che è la logistica e la manutenzione (dalla pulizia delle strutture al recupero di cibo e acqua) e vivono alla base, che è praticamente un piccolo villaggio, durante tutto l’anno, compreso il rigidissimo inverno.

Dalla primavera all’autunno invece, Station Nord ospita a rotazione fino a 60 persone, diversi team di scienziati come Marco, piloti, ingegneri e altro personale militare. Anche in questo periodo il clima è estremo: durante la primavera le temperature possono scendere fino a quasi – 35°, e in estate ci sono venti fortissimi.

Un luogo inospitale quindi, dove però al contrario delle aspettative, si è creata una comunità con una sua personale cultura. Come racconta l’articolo di National Geographic infatti, se qualcuno arriva in ritardo ad un pranzo comunitario, è scontato che prima o poi dovrà preparare una torta per tutti, poi ogni sabato sera si fa festa, con una cena di tre portate. Il dress code della serata è cravatta per gli uomini e gonna per le donne, e se qualcuno non se li è portati pensando fossero inutili in una base artica, deve crearli con materiali di fortuna. Ogni estate poi, una volta all’anno si festeggia preparando un maiale arrosto e si organizzano giostre medievali contemporanee e adattate al luogo.

Alla base si crea quindi un’atmosfera familiare, dove ricercatori e militari che lavorano insieme per cercare di scoprire le sorti del nostro pianeta, condividono momenti di vita non solo professionale, fanno affidamento gli uni sugli altri e riescono a vedere i frutti del proprio importantissimo lavoro riflessi nell’altro, con dinamiche decisamente differenti da quelle che vivrebbero solitamente in un altro luogo.

“Andare in Groenlandia è stata un’esperienza unica, ma vedere gli scatti su National Geographic la rende forse ancora più speciale – commenta il ricercatore luinese Marco Zanatta -. Spero che questo articolo stimoli l’interesse dei più giovani ed avvicini le persone al lavoro che molti ricercatori conducono sul cambiamento climatico”.

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