Scoperta curiosa per Emiliano Lazzarini e un gruppo di amici a Porto Valtravaglia, nei giorni scorsi durante una passeggiata in località Roccolo. “Stavamo facendo due passi quando girandomi ho intravisto qualcosa di bianco – racconta Emiliano- Tanti di noi vanno a funghi ogni tanto, e mai avremmo immaginato di trovare una mazza di tamburo ora, a inizio maggio, per di più anche grande: è stata una bella sorpresa”.
La Macrolepiota procera, il nome scientifico della mazza di tamburo, è infatti uno dei più vistosi, conosciuti ed apprezzati funghi commestibili, che si trova però solitamente in estate inoltrata, nel periodo che va da luglio a settembre, e ci mette dai 4 ai 12 giorni per crescere.
Uno tra i funghi più riconoscibili, la mazza di tamburo è oggetto di molti piatti prelibati, essendo tossica solo se consumata cruda, e non va confusa con la sua sosia Lepiota cristata, detta proprio falsa mazza di tamburo, un fungo invece dal veleno mortale.
Benché ghiotto, questo ritrovamento così fuori stagione, è sintomo evidente dei cambiamenti climatici presenti anche sul nostro territorio. In questo caso la comparsa dell’esemplare è dovuta alle piogge dell’ultimo periodo.
La progressiva scomparsa delle cosiddette “mezze stagioni” in ogni caso, con passaggi netti o periodi di transizione molto rapidi dalla stagione calda a quella fredda, e viceversa, sta portando proprio a nascite di funghi disordinate, disomogenee e a sorpresa, al di fuori dei periodi usuali, proprio come in questo caso.
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