Ticino | 31 Gennaio 2019

Ticino, bilancio positivo sul casellario giudiziale: più sicurezza negli ultimi tre anni

E' in calo costante il numero delle domande per permessi B e G rispetto alle quali risultano necessarie verifiche sul passato dei richiedenti

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Delle 95.020 domande tra rilascio e rinnovo di permessi B e G esaminate dall’Ufficio della migrazione (il periodo di riferimento va dall’aprile 2015 al dicembre 2018), 579 hanno comportato maggiori approfondimenti; in 251 occasioni, considerata la gravità delle condanne subite dal richiedente, è stata emessa una decisione di non rilascio o di revoca del permesso.

L’obbligo di presentazione dell’estratto del casellario giudiziale, per i cittadini stranieri che richiedono il rilascio o il rinnovo dei permessi di dimora B e per i lavoratori frontalieri G, si è dunque rivelato uno strumento efficace anche in virtù del suo effetto deterrente: il numero dei casi per i quali si rende necessario un ulteriore approfondimento cala infatti anno dopo anno.

Fino al 2002 tutti i cittadini stranieri che richiedevano un permesso di soggiorno dovevano presentare l’estratto del casellario giudiziale. L’entrata in vigore dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC) ha comportato il decadimento di tale obbligo. Nel corso dell’estate del 2008, il Ticino fu scosso da un grave fatto di sangue commesso da un cittadino italiano pregiudicato con gravi precedenti penali in Italia.

Fu quindi introdotto nel Cantone a confine con l’alto Varesotto un sistema di autocertificazione circa i precedenti penali delle persone straniere richiedenti un permesso. A livello pratico questa misura si è tuttavia rivelata inefficace per contrastare l’insediamento o la presenza sul territorio di persone straniere con gravi precedenti penali.

Nell’aprile del 2015 infatti, dopo un altro grave fatto di cronaca che ha viste coinvolte alcune persone alle quali era stato rilasciato un permesso di dimora B sulla base di un’autocertificazione, in seguito rivelatasi falsa, il Dipartimento delle istituzioni ha deciso di introdurre come misura straordinaria per tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza, l’obbligo di presentazione dell’estratto del casellario giudiziale e dei carichi pendenti per il rilascio e il rinnovo dei permessi B e G. A novembre del 2015 il Governo cantonale ha sospeso la richiesta dei carichi pendenti, in particolare per dare un segnale positivo nell’ambito delle trattative fiscali in corso tra Svizzera e Italia.

A quasi quattro anni dall’adozione di questa misura, non si può che prendere atto dei risultati positivi ottenuti che si riverberano in termini di sicurezza e di ordine pubblico. Gli stessi risultati avevano portato il Governo, nel maggio del 2016, a confermare la misura introdotta dal Dipartimento delle istituzioni.

Tornando ai dati riportati in apertura, che si rifanno al triennio 2015-2018, e in particolare ad una parte delle 579 domande ritenute meritevoli di ulteriori accertamenti, una parte di queste, 219 richieste, è stata evasa positivamente in assenza di pericolo per l’ordine pubblico ai sensi dell’ALC e della relativa giurisprudenza. 66 richiedenti hanno rinunciato spontaneamente, in 34 occasioni è stato pronunciato un ammonimento (che non ha quindi comportato revoche) mentre 9 pratiche sono ancora in corso di accertamento.

Grazie alla misura sono quindi emersi 579 casi che presentavano indicatori a rischio, la metà dei quali è sfociata in una decisione negativa o nella revoca del permesso. Va rilevato positivamente che il numero dei casi per i quali si rende necessaria un’ulteriore analisi sta calando con costanza anno dopo anno. Erano 216 nel 2016, 137 nel 2017 e sono stati 92 nel 2018: segno evidente, questo, dell’effetto deterrente intrinseco ad una misura che di fatto scoraggia chi sa di non avere un passato irreprensibile oppure di non disporre delle condizioni necessarie all’ottenimento del permesso.

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