Concentrazioni medie delle polveri sottili ridotte del 34%, rispettando il limite dei 40 microgrammi per metro cubo, numero di giorni di superamento diminuito del 59% nel periodo dal 2005 al 2018 e giorni di superamenti dei limiti ridotti in tutti i capoluoghi Lombardi.
Questi i dati positivi presentati dall’assessore regionale all’Ambiente e Clima, Raffaele Cattaneo, insieme al presidente di Arpa Lombardia Stefano Cecchin, durante la conferenza stampa nella quale è stato illustrato il rapporto sulla qualità dell’aria 2018.
“I dati analizzati ci dicono che il trend è in miglioramento: questo è il segno che negli ultimi anni le politiche messe in campo da Regione Lombardia, in accordo con gli enti locali del territorio, stanno producendo i risultati sperati. Chi si limita a dare un dato come fosse uno spot senza tenere presente i valori – più alti – che aveva in passato non fa una buona e corretta informazione” ha detto Cattaneo.
Da qui l’invito dell’assessore a giudicare scientificamente i dati sulla qualità dell’aria e, eventualmente, a contestarli nel merito e nel metodo. “Il rapporto ‘Malaria’ presentato ieri da Legambiente ne analizza, ad esempio, solo 2 PM10 e ozono, ma gli inquinanti sono molti di più. Mi spiego meglio: se voglio misurare l’economia devo capire come vanno il Pil, l’occupazione, lo spread e il deficit cioè devo considerare tutti gli indicatori. Per la qualità dell’aria vale lo stesso principio. L’insieme dei dati, certificati ed elaborati da Arpa, dimostra che, in Lombardia, la qualità dell’aria è
complessivamente migliorata perché alcuni inquinanti, dei quali oggi ‘stranamente’ nessuno parla, sono stati sconfitti. E guarda caso sono quelli che avevano l’impatto maggiore sulla salute dei cittadini” ha precisato Cattaneo.
Sono il benzene, il monossido di carbonio e lo zolfo che non rappresentano più un problema e non hanno fatto registrare superamenti degli standard di legge, attestandosi a valori ben al di sotto dei limiti di legge.
Anche i valori del PM10, il particolato sottile che si genera attraverso combustioni e azioni meccaniche, ma anche per processi chimico-fisici che avvengono in atmosfera, hanno fatto registrare su tutto il territorio regionale il rispetto del valore limite della media annua di 40 microgrammi per metro cubo.
In Lombardia le concentrazioni medie sono state ridotte del 34% (nel periodo dal 2005 al 2018) passando da 49 a 30. Anche per quanto riguarda i superamenti si segnalano significativi miglioramenti, nel senso che nello stesso periodo si è passati da circa 120 a 40 con una riduzione del 59%. Nel 2018 il 40% delle stazioni ha rispettato gli standard di legge, nel 2005, invece, solo la stazione di Bormio.
Per quanto riguarda il biossido di azoto, generato prevalentemente dagli impianti di riscaldamento, dalle auto e attività industriali, il limite relativo al numero massimo di ore di superamento è stato rispettato per il terzo anno consecutivo su tutto il territorio regionale. Il limite sulla media annuale è stato rispettato nell’87% delle stazioni, ovvero 72 stazioni su 83, (nel 2005 aveva rispettato circa la metà delle stazioni, nel 1993 nessuna). La riduzione media delle concentrazioni in Lombardia dal 2005 al 2018 è stata del 37%.
L’assessore ha anche ricordato che, per quanto riguarda l’ozono, le norme non fissano un limite massimo, ma uno di obiettivo. Cattaneo ha quindi sottolineato che l’ozono non è prodotto da agenti emissivi, ma da ricombinazioni di altre componenti in atmosfera. Nell’ultimo triennio si è riscontrato un aumento il cui risultato è determinato dalla diminuzione di altri inquinanti come gli Nox.
In Lombardia la riduzione media annuale nel periodo 2000-2014 in tutte le stazioni è stata più del doppio rispetto alla media europea. In Lombardia si è ridotto ogni anno del 1.3 microgrammi per metro cubo, mentre in Europa, nello stesso periodo la media si è attestata nelle stazioni di fondo a meno della metà -0.6 e nelle stazioni da traffico -0.9.
Anche la riduzione del numero di giorni di superamento in Lombardia è stata di molto superiore alla media europea. In Lombardia (nel periodo 2005-2014) è scesa di 2.3 microgrammi per metro cubo, mentre in Europa, nello stesso periodo, la media si è attestata nelle stazioni di fondo -0.9 e da traffico -1.4. “Questo significa che la riduzione dei parametri di convergenza rispetto agli obiettivi europei in Lombardia è stato più alto che altrove” ha detto Cattaneo.
Nei capoluoghi di provincia le concentrazioni medie annue e il numero di superamenti di PM10 più bassi sono stati registrati a Sondrio, Lecco e Varese. Le maggiori riduzioni dal 2005 per le concentrazioni medie si sono verificate a Sondrio, Mantova, Lodi e Monza, mentre per il numero di superamenti Sondrio, Mantova, Monza e Brescia.
L’assessore ha ricordato infine gli incentivi messi in campo da Regione Lombardia: l’avvio del bando da 6,5 milioni di euro a favore dei veicoli commerciali dedicato alle Piccole e Medie imprese e l’approvazione nell’ultimo Bilancio dello stanziamento di 15 milioni di euro per il 2019 e altrettanti per il 2020 per lasostituzione dei veicoli privati più inquinanti.
Il consigliere regionale del M5S Lombardia Roberto Cenci, al termine della conferenza stampa, ha affermato: “Prima di dire che l’aria della Lombardia è buona suggerisco all’Assessore Cattaneo di fare un bel respiro. L’inquinamento in Lombardia è un grave problema e minimizzare la sua portata non aiuta a migliorare la qualità dell’aria. Dal suo Assessorato non sono arrivate le proposte concrete che i lombardi aspettano da anni. Al momento la politica non ha né idee né coraggio. Le diminuzione dei contaminanti dipendono da scelte economiche dei cittadini che hanno scelto caldaie a condensazioni e e auto meno inquinanti. E’ ora di rafforzare le politiche d’incentivazione della riqualificazione energetica degli edifici, chiediamo più trasporto pubblico locale e la tariffa unica. Per parte nostra chiederemo al ministro dell’Ambiente di essere coordinatore e garante di un piano di tutela della qualità dell’aria sovraregionale e infine proporremo all’Europa di aggiornare la normativa vigente di modo che siano presi a riferimento anche i livelli di PM 2.5, decisamente più pericolosi rispetto ai valori relativi al PM 10, che fanno attualmente da riferimento”.
Per consultare l’intero rapporto di Arpa Lombardia, relativo ai dati 2018, cliccare qui.
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