Cassano Valcuvia | 23 Dicembre 2018

Cassano Valcuvia, amministrazione e cittadini contrari ad una comunità all’Eremo

Dopo il consiglio il sindaco Magrini ha inviato una lettera al Prefetto di Varese, Enrico Ricci, e al Governatore Attilio Fontana, esprimendo grande preoccupazione

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Negli scorsi mesi l’Ordine dei Carmelitani Scalzi, proprietario del convento in via dei Crotti a Cassano Valcuvia, ha deciso di lasciare la struttura, che era gestito da alcuni frati dello stesso ordine. Per questa ragione a novembre si è tenuto un incontro a Cuveglio in cui amministratori e cittadini dei comuni limitrofi dove la Cooperativa Agrisol Servizi ha presentato un progetto che aveva l’obiettivo di realizzare una comunità multifunzionale presso il convento.

Lo scorso 9 novembre era stato proprio don Fausto Licio, padre provinciale dei Carmelitani Scalzi, ad aver inviato una lettera in comune dove comunicava la decisione di affidare la gestione della proprietà ad Agrisol: se nel piano terra e in una parte del primo piano, si legge nella deliberazione del consiglio comunale di Cassano Valcuvia dello scorso 16 dicembre, i locali sarebbero rimasti a disposizione del Vicariato della Valcuvia, nel secondo e nel terzo piano si avvierebbero due diverse comunità di recupero di minori in situazione di disagio psichico, una da post trauma ludopatie e l’altra da post carcere. Il quarto piano, invece, sarebbe utilizzato durante l’anno per seminari e corsi master universitario su queste tematiche, mentre durante l’estate sarebbe a disposizione dell’ordine.

Il sindaco, però, ha fatto presente che negli scorsi mesi vi era stato l’interessamento alla struttura da parte dell’Ufficio Scolastico Territoriale. Si era valutata, infatti, l’ipotesi di creare un Centro di formazione Professionale, progetto che poi non ha trovato riscontro concreto ai fini della realizzabilità a causa delle collocazione territoriale.

Passando all’esame del progetto presentato a Cuveglio da Agrisol, prosegue la deliberazione, l’amministrazione comunale di Cassano Valcuvia sostiene di non aver ricevuto alcun invito formale di partecipazione all’incontro, “nonostante fosse quella interessata territorialmente”. La cooperativa, invece, dice che ha inviato un invito ad una mail istituzionale, ma dal Municipio fanno sapere che quell’indirizzo non è attivo da diversi anni e non corrisponde a quello ufficiale del Protocollo.

“Negli anni l’amministrazione di Cassano – spiega il sindaco Marco Magrini – si è contraddistinta per la capacità inclusiva delle persone che presentavano profili di problematicità. Si pensi all’esperienza intrapresa con l’associazione ADIAPSI, volta ad accompagnare persone con problemi di sofferenza psichica verso una maggiore autonomia personale attraverso la disponibilità a concedere un alloggio comunale, oppure quando il comune ha concesso ad Agrisol un immobile per garantire un alloggio ad alcuni cittadini richiedenti protezione internazionale”.

Il problema, secondo quanto si apprende dalla delibera, è il metodo utilizzato da Agrisol, che non avrebbe reso noto alla cittadinanza di Cassano i dettagli del progetto che si sarebbe voluto realizzare. I referenti dell’ATS Insubria hanno precisato che sul territorio c’è bisogno di strutture che accolgano i minori o le donne vittime che hanno subito violenza, oppure colpite da patologie psichiche, diversamente però non c’è una necessità particolare per il recupero dei minori con esperienza carceraria. Contrari al progetto i cittadini presenti in consiglio comunale, per “la sicurezza della comunità”, e così l’assemblea ha istituzionalmente riconosciuto le perplessità della popolazione rendendole note alle autorità competenti e alla stessa Agrisol.

Per leggere la lettera inviata alla Prefettura di Varese, a Regione Lombardia, a Comunità Montana Valli del Verbano e a tutti le autorità, gli enti e le realtà coinvolte, cliccare qui.

(Foto © www.ilcarmelo.it)

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