Varese | 20 Dicembre 2018

Classifica della ricchezza degli Italiani: la Provincia di Varese è sopra la media nazionale

Dall’indagine emerge che la provincia di Varese vanta un reddito pro capite pari a 26.492 euro, mentre la media nazionale è di 20.690 euro

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Quanti soldi hanno i varesini? Lo studio pubblicato su Affarimiei.biz  cerca di rispondere a questa domanda, effettuando un’indagine circa lo stato delle finanze di tutti gli abitanti dell’Italia.

I dati elaborati nel report di Affari Miei, noto sito di finanza ed economia fondato da Davide Marciano, evidenziano lo scenario del nostro Paese, confrontando il reddito pro capite delle province italiane con i depositi medi in banca nazionali.

Dall’indagine emerge che la provincia di Varese vanta un reddito pro capite pari a 26.492 euro, mentre la media nazionale è di 20.690 euro. La capacità di risparmio dei varesini, invece, è di circa 2100 euro all’anno per persona. Infine, escludendo i beni immobili, si possiedono circa 90.800 euro.

Abbiamo invitato l’autore di Affari Miei, ideatore di questa “classifica italiana” per intervistarlo e chiedere chiarimenti su questo report e sui dati che sono affiorati.

Sembra che Varese, sebbene sia in testa alle classifiche nazionali, abbia una buona media, vista la capacità di risparmio annua non indifferente. Tuttavia, leggendo le notizie circa l’andamento dell’economia nazionale, pare che la crisi la faccia da padrone. Come si spiega questo contrasto?

Grazie per avermi interpellato, è un onore poter spiegare personalmente questo esercizio simpatico che ho ideato sul mio portale. Da appassionato ed esperto di economia e finanza, ho analizzato personalmente i dati reddituali vengono pubblicati dall’ISTAT annualmente. Sempre tramite le indagini dell’ISTAT ho determinato la propensione al risparmio media di noi Italiani: tale propensione, durante il 2017, è stata pari all’8,1%. Vuol dire che se ogni cittadino della provincia di Varese ha guadagnato 24.492 euro, risparmiando quella percentuale può accantonare ogni 12 mesi di ulteriori 2145 euro, escludendo e considerate già pagate spese quotidiane e quelle dei consumi base in genere.

Per ottenere questi risultati mi sono basato anche sui dati raccolti dalla FABI, che ha dichiarato che il patrimonio bancario complessivo degli Italiani è di 4.300 miliardi di Euro: dividendo questa somma per il totale degli abitanti, ho potuto “ottimizzare” la media italiana rapportandola al reddito provinciale. Teniamo conto del fatto che, solitamente, dove il reddito è maggiore anche la ricchezza accumulata cambia rispetto ad aree che presentano valori diversi.

Come si colloca Varese rispetto alle altre province della Lombardia?

Rispetto alle altre province della Lombardia, Varese di colloca in settima posizione: Milano è in testa, con oltre 46 mila euro di reddito pro capite. Seguono quindi Brescia (con 28.200 euro), Bergamo (con 27.800 euro), Monza (con 27.600 euro), Sondrio e Mantova con (26.600 euro circa). Quindi c’è Varese, a cui seguono Lecco (26.400 euro), Cremona (con 26100 euro), Como (con 24.800 euro) e infine Lodi (23.300 euro) e Pavia con 21.500 euro di reddito pro capite.

Avere una buona capacità patrimoniale e una buona inclinazione al risparmio dovrebbero essere requisiti per investire e risparmiare in modo più attento e intelligente, non è così?

Assolutamente sì, tuttavia rappresenta una caratteristica che non ci rispecchia in Italia. Nonostante la nostra sia una popolazione di risparmiatori, è anche vero che non siamo mai stati bravi ad investire.

Infatti, se paragoniamo la situazione italiana con quella degli altri Paesi europei, notiamo che l’alfabetizzazione finanziaria è decisamente più bassa. Sentire news di scandali ai danni dei risparmiatori non è così strano, e la colpa spesso è anche dell’ignoranza dei risparmiatori stessi sulla materia, e non solo della disonestà di chi vende prodotti finanziari.

Tuttavia, non ci sono soltanto questi dati a incidere sulle potenzialità dei risparmiatori italiani: dobbiamo aggiungere che la redditività dei patrimoni investiti in modo ottimale non è elevata come avviene invece in altri Paesi, in quanto circa l’80% delle risorse è distribuita tra liquidità (ossia in conto corrente o di deposito), o su prodotti previdenziali e assicurativi che notoriamente rendono poco. Tale redistribuzione dei risparmi rende alle aziende difficile accedere al credito per effettuare investimenti efficaci.

Qual è la soluzione per muoversi in modo adeguato?

Una delle prime operazioni, come ripeto sempre sul mio blog, è quella di investire nella propria formazione: non avere competenze, come abbiamo appena detto, è uno dei maggiori difetti dello scenario italiano, in quanto vuole dire mettersi nelle mani di persone che potrebbero approfittare della nostra ignoranza in materia.

Quindi, bisogna dedicarsi a una prima fase di informazione, leggendo portali online gratuiti o anche acquistando libri. Solo dopo aver fatto ciò è possibile passare alla fase successiva, ossia quella della definizione dei propri obiettivi. Potrebbe essere una buona idea quella di rivolgersi ad un professionista indipendente, che ci guiderà nella scelta degli strumenti reali in cui investiremo.

Mi spiace non avere risposte e strade più semplici da consigliare, tuttavia la gestione di un capitale è un’attività complessa, per cui non è possibile fornire delle formule universali valide per tutti. Non posso che consigliare di esser scrupolosi e consapevoli: comprendere i rischi e i vantaggi che possiamo incontrare è indispensabile per prendere decisioni ben ponderate.

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