Luino | 17 Novembre 2018

Gli intramontabili “Cugini di Campagna” protagonisti a Luino: l’intervista con Ivano Michetti

La storica band romana si è esibita nella serata di ieri al Teatro Sociale di Luino. Il fondatore: "Il pubblico non cambia mai, con i giovani rapporto incredibile"

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Il momento atteso da tanti luinesi, sommati ad altri fans giunti in città per l’occasione, anche da località non proprio dietro l’angolo, è arrivato puntuale nella serata di ieri, venerdì 16 novembre. I Cugini di Campagna, storica band romana, icona della musica pop non solo per gli adolescenti degli anni Settanta, si sono esibiti in concerto sul palco del Teatro Sociale, ospiti dell’evento patrocinato dal comune.

I gemelli Ivano e Silvano Michetti, Tiziano Leonardi e Daniel Colangeli hanno sfoderato il loro tradizionale repertorio, composto da brani che dopo più di quarant’anni mantengono un autentico fascino custodito tra i migliori ricordi di gioventù di un’intera generazione, mentre le melodie, le parole di successi intramontabili come “Anima mia” e lo stile inimitabile nel vestire e nel performare continuano a produrre interesse ed emozioni tra i giovani di oggi.

Non un Sociale da grandi numeri, ma i “Cugini di Campagna” hanno tenuto un concerto di due ore durante il quale non si sono risparmiati, trascinando il pubblico, intrattenendolo con gag e aneddoti sulla loro lunghissima carriera. Il momento clou è arrivato con il bis di “Anima mia” affidato a tre fan, saliti sul palco.

L’entusiasmo di un centinaio di appassionati presenti si era intuito in modo chiaro dalla trepidante attesa di una ragazza, poco più che ventenne, appostata nella sala d’ingresso del Sociale già dal tardo pomeriggio, in compagnia delle amiche del fan club di Asti. Per loro la tappa nella città lacustre è la quinta dell’anno, irrinunciabile come tutte le altre andate in scena nei palazzetti e nei teatri del nord Italia.

Il gruppo, attirato dalle percussioni e dagli accordi del soundcheck, sperava di poter assistere ad una piccola anteprima, vissuta comunque a pochi metri di distanza oltrepassando con la mente le porte che conducono alle poltroncine, che erano ancora chiuse al pubblico.

Porta aperte in via eccezionale alla nostra redazione, però, per un’intervista flash dietro le quinte con Ivano Michetti, disponibile ad una breve chiacchierata sul passato e sul presente del collettivo.

Dopo tutti questi anni qualcosa è cambiato nel rapporto con il pubblico?

Il pubblico di affezionati è sempre lo stesso, per me nessuno cambia. Parte dei fedelissimi è composta oggi da persone non più giovani, un’altra dai loro figli, un’altra fetta ancora dai figli dei figli, che a volte dopo i concerti ci raggiungono per ricordare quando i genitori amoreggiavano ascoltando le nostre canzoni. Alcuni quando ci incontrano scherzando dicono ‘ehi, ti conosco, io sono nato per colpa tua!’ (ride, ndr). Quello con i ragazzi è comunque un rapporto incredibile, forse anche grazie alla tv, alle nostre ospitate in programmi di successo e reality. E poi diciamocelo, sopra e sotto il palco siamo simpatici, abbiamo il nostro stile che è inconfondibile.

Ti sei fatto un’idea di quello che ascoltano oggi i giovanissimi?

Sì e devo dire che rispetto moltissimo i nuovi generi. Ricordo che quando ero ragazzo c’erano maestri del calibro di Claudio Villa e Consolini i quali già avevano come attitudine quella di concedere spazio alle nuove leve, dando loro fiducia e parlando di loro, nel bene e nel male. Io cerco di fare lo stesso, tenendo presente che non si possono attaccare i giovani a prescidenre, soltanto per le differenze culturali e le influenze che sono per forza di cose distanti da noi. Non si possono attaccare le nuove generazioni sulla base dei pregiudizi, pensando che abbiano le orecchie pronte a recepire la musica per come la intendi. A maggior ragione se quella musica è la tua. Anche i ragazzi di oggi apprezzano quello che facciamo e che abbiamo fatto, seppur la loro conoscenza spesso si limiti esclusivamente ad “Anima mia”. Non è un particolare irrilevante: quello che conta nella musica, indipendentemente dal genere, è la melodia. E’ quella la chiave del successo, che sia rap, metal, rock o pop, se la melodia funziona non ci sono scuse in grado di sminuire la creatività e il prodotto finale.

Considerando che la musica di oggi scorre soprattutto nei circuiti delle piattaforma digitali, qual è il rapporto dei Cugini di Campagna con i social network?

Buono, tutto sommato. A dire la verità, personalmente, cerco di non perderci molto tempo ma oggigiorno sono importanti, un canale di comunicazione fondamentale. Come collettivo abbiamo chi se ne occupa per noi e le nostre pagina ufficiali contano circa un milione di ‘adepti’.

Il vostro ultimo album è dello scorso anno. Come sta andando?

Sta andando bene, il progetto ci ha portato a vincere anche un concorso internazionale nel quale un nostro pezzo è stato selezionato tra le proposte di ben cinquemila artisti. Il brano in questione, ‘madre Teresa’, è stato scelto dal governo albanese come tributo per la canonizzazione della Santa, di origini proprio albanesi, particolare che a volte passa in secondo piano.

Ultimamente i media nazionali hanno dato nuovo risalto ad alcune polemiche tra voi e Nick Luciano (frontman dei Cugini dal 1994 al 2014, ndr) mai del tutto chiarite. Come stanno le cose?

Nick non è un cantante dei Cugini, la sua è una truffa che continua da tempo. la verità è che Nick nasce il 2 giugno del 1970 a Roma, e dei Cugini di Campagna non è che il quarto imitatore. Si spaccia ancora oggi per la voce di ‘Anima mia’, cantata da Flavio (Paulin) e da me nella seconda strofa, con un metodo che per l’epoca fu una vera innovazione. ‘Anima mia’ uscì come singolo nel 1973, quando Luciano aveva tre anni. I nostri rapporti come è noto si sono interrotti. Lui cerca di braccarmi con le telefonate ma non lo sentiamo.

Insomma, un bel concerto al di là di tanti facili snobismi: vedere uno spettacolo così spiega perché i “Cugini di Campagna”, dopo quarant’anni di carriera, riescano ancora ad emozionare.

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